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The Family Man

Regia di Brett Ratner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Family Man

di darkglobe
10 stelle

Film popolare, quasi un omaggio a Capra, con una storia per certi versi toccante

Rivedere dopo alcuni anni The Famly Man ha destato in me una certa emozione. Si tratta di un film bellissimo, un cammino a ritroso sulle occasioni di vita sfuggite a favore della personale realizzazione sul lavoro, dell’agiatezza, delle donne da "una notte e via", del successo.
Se i fatti della propria vita avessero preso una piega diversa cosa sarebbe potuto accadere? E’ questo il nocciolo della suggestiva trama scritta dagli sceneggiatori David Diamond e David Weissman, dichiarato omaggio a La vita è meravigliosa di Capra, sul cui tema il film, girato da Brett Ratner che conferisce un'ottima coesione all'impalcatura narrativa, si reinventa integralmente una nuova singolare storia di sentimenti, affetti, rimpianti, amicizie sincere, emozioni e di un amore incrollabile nel tempo, quello tra i due protagonisti Jack Campbell e Kate Reynolds, interpretati da due attori che in questo film appaiono quasi inaspettatamente due giganti del cinema e che prendono il nome di Nicolas Cage e Tea Leoni: bravissimo il primo negli incalzanti cambi di registro a rendere perfino nelle situazioni più divertenti, nonostante la sua aria sempre un po’ mesta, in un film che sembra cucito su misura per lui; incredibilmente versatile lei, oltre che bellissima, con un tempismo recitativo senza pari ed una verve da attrice navigata.
Jack Campbell è un uomo di successo di Wall Street. Sta per concludere, siamo alla vigilia di Natale, un affare da 130 miliardi di dollari, ma un angelo, Cash (Don Cheadle), lo rispedisce indietro nel tempo, facendogli rivivere ciò che sarebbe accaduto se, 13 anni prima, invece di partire per Londra, fosse rimasto negli Stati Uniti come l'innamorata Kate lo pregava e supplicava di fare, invitandolo ad una vita semplice e sacrificata, ma condivisa con lei più che a quella di solitario businessman di oggi: si ritrova venditore di gomme mentre la sua Kate è un avvocato non-profit. Molto presto, la piccola figlia di Jack intuisce la situazione e aiuta il presunto padre a districarsi nella sua “nuova” vita, fatta però di continui rimpianti dell’agiatezza e della ricchezza perduti… ma ben presto Jack, tra un variegato inanellarsi di errori e l'aiuto a tener dritta la barra di navigazione grazie ai consigli del suo migliore amico Alan (Saul Rubinek), arriva a comprendere la bellezza della propria famiglia in confronto all’arida tristezza della sua precedente vita da milionario e soprattutto il suo immenso e duraturo amore per Kate, mai scemato in questi 13 anni di separazione ("In tutti questi anni, non ho mai smesso di amarti"). E proprio nel momento in cui Jack - la neve che cade a simboleggiarlo - sta finalmente realizzando il profondo valore della sua nuova vita, l’angelo lo rispedisce nel presente informandolo che questa breve parentesi è stata solo un'"occhiatina". In preda alla disperazione, dopo aver dolorosamente detto addio a moglie e figli il giorno prima del “ritorno al presente”, Jack decide di rinunciare a chiudere l’affare miliardario ed intercetta Kate, che guarda caso, dopo anni che non si sono visti, gli ha lasciato un messaggio finalizzato alla restituzione di un vecchio pacco. Ritrova una Kate anche lei concentrata sulla propria carriera, che si sta trasferendo a Parigi e che lo congeda frettolosamente. Ma non tutto è perduto…


Dicevamo di un film toccante: non si eccede mai, non ci si crogiola nei buoni sentimenti a tutti i costi ma essi rappresentano semmai, pur in una certa atmosfera di mestizia generale, quel sottilissimo velo di zucchero che addolcisce il naturale evolversi di una situazione di riscoperta degli affetti, nel perdurante stridore tra l'essenza di una vita familiare fatta di sacrifici ma compensata dalla prossimità umana ed un presente in cui il “possedere tutto" appare il simbolo di una aridità nella quale affari e soldi soppiantano totalmente le relazioni umane e gli amori familiari. La seconda occasione che dunque la vita offre al protagonista andrà colta senza alcun indugio, con la coscienza di aver appreso qualcosa dai propri cinici errori del passato.
Molto bella, quasi “classica” la straripante colonna sonora di Danny Elfman (La mia adorabile nemica, La fabbrica di cioccolato), che cesella ed enfatizza costantemente gli stati d’animo dei protagonisti, sottolineandone i vari cambi d’umore. Per la fotografia siamo anche in questo caso nel classico, tant'è che la percezione è quella di una strizzatina d'occhio al modo con cui si realizzavano i bei filmoni d'altri tempi, pur preservando l'originalità e la modernità del prodotto finale.

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