Regia di Jay Roach vedi scheda film
Ebbene, oggi recensiamo un film oramai arcinoto. Datato 2000, anno d’uscita nelle sale americane anche se da noi, invero, debuttò il 21 Febbraio dell’anno immediatamente successivo. Stiamo parlando del divertente Ti presento i miei (Meet the Parents), commedia per famiglie che ottenne inaspettatamente uno straordinario successone di pubblico.
Ti presento i miei fu diretto da Jay Roach (All the Way) e interpretato dall’inedito ma affiatatissimo duo formato da Robert De Niro e Ben Stiller.
Sì, al di là d’ogni più rosea aspettativa, questo piccolo progetto targato Universal Pictures assieme alla Dreamwork e co-finanziato dalla Tribeca Productions dello stesso De Niro e della sua professionale partner e producer Jane Rosenthal, si rivelò un imprevisto campione del botteghino tanto da indurre i produttori, fra cui per l’appunto lo stesso De Niro, a girarvi dei sequel altrettanto apprezzati a livello di pubblico, ovvero Mi presenti i tuoi? e Vi presento i nostri.
Seguiti che, però, se riscossero pressoché lo stesso gradimento al box office, si rivelarono piuttosto fallimentari presso la Critica.
Ti presento i miei invece, malgrado sia una commedia molto leggera e assai scontata, così come sottolineeremo più avanti, a tutt’oggi può vantare perfino uno stimabilissimo 73% di recensioni positive sull’aggregatore metacritic.com.
Per la sua interpretazione, De Niro fu addirittura candidato ai Golden Globe nella categoria Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Comedy or Musical, venne battuto solamente per un soffio dal brillante George Clooney di Fratello, dove sei?, mentre la colonna sonora col melodioso leitmotiv firmato dal veterano Randy Newman, autore della pregevole canzone A Fool in Love, ottenne la nomination agli Oscar.
Be’, la trama la conoscerete tutti. Poiché, al di là che possa esservi piaciuta o meno, Ti presento i miei è oramai divenuta, a suo modo, una pellicola irrinunciabile. Checché ne dicano i suoi aspri, irriducibili detrattori.
Ma per dovere di cronaca, come si suol dire, ve la sintetizzeremo qua sotto in poche, esaustive righe:
Pam Byrnes (Teri Polo) è una modesta e dolce maestra d’asilo fidanzata con l’imbranato infermiere Greg Fotter ed è intenzionata, quanto prima, a sposarlo, essendone molto innamorata.
Secondo la tradizione del ceppo WASP a cui, nel bene o nel male, Pam appartiene, per poter finalizzare il suo sogno di convolare a giuste nozze con Greg, deve prima presentare Greg (Stiller) ai suoi genitori (da qui il titolo originale). In particolar modo al suo burbero e rigido, integerrimo padre Jack (De Niro), ex spia della CIA ora in pensione.
Greg, per via del suo carattere schivo, introverso e assai fragile, a causa dei suoi modi estremamente impacciati, trovandosi in imbarazzo e in forte, penosa soggezione nei riguardi del suo autoritario, sospettoso futuro suocero, andrà inevitabilmente incontro a tutta una serie di tragicomiche figuracce pateticamente epiche.
Ingenerando involontariamente un’escalation d’assurde e rocambolesche reazioni a catena.
Ti presento i miei possiede tutti i crismi della classica pochade, ovvero quella che i partenopei chiamerebbero sceneggiata napoletana. N’è difatti una versione statunitense sofisticatamente sui generis, almeno concettualmente.
Poiché, spesso e volentieri, si lascia andare a battute indubbiamente telefonate, a tratti volgari e forzate. Non lesinando in alcuni superflui e banali siparietti da situation comedy. Ove pare che gli attori si divertano più del pubblico stesso. Il quale, invece, di fronte a molti dialoghi nient’affatto spassosi, rimane impassibile e sembra quasi obbligato a ridere come se, per l’appunto, si trovasse davanti a una serie televisiva americana ove s’odono le risatine pre-registrate e programmat(ich)e.
Ti presento i miei è sostanzialmente una burlesca commedia degli equivoci della durata di un’ora e quarantotto minuti dal buon, saporito ritmo, edulcorata e adatta al pubblico non troppo esigente di massa.
Una commedia scanzonata ove a dominare la scena e a farla da leoni sono gli attori. Cosicché, se De Niro, dopo le sue rare ma comunque egregie prove brillanti in film come Prima di mezzanotte, Lo sbirro, il boss e la bionda e Terapia e pallottole, azzecca un’altra performance, tutto sommato, degna di nota, malgrado qualche eclatante, eccessivo caricare troppo il suo character, Ben Stiller gli regge benissimo il gioco in questo grottesco incontro-scontro dagli esiti ridicolmente nefasti.
Nel cast anche Blythe Danner (madre di Gwyneth Paltrow nella vita reale) nella parte di Dina, la paciosa, diplomatica moglie di Jack, Owen Wilson e il compianto caratterista James Rebhorn.
di Stefano Falotico
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