Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
La prima volta che vidi questo film dieci anni orsono,ricordo di essere rimasto colpito positivamente da questo film corale,ma dopotutto a vent'anni si vedono le cose da una prospettiva diversa;
rivisto questo film suscita altre opinioni,l'idea di fondo e' da considerarsi anche buona ma Muccino fa di tutto per rendere stucchevole e superficiale una crisi generazionale,se nei film degli anni 60-70 si parlava di una crisi o di un disagio imperante i registi approfondivano la storia di vari contorni politici o sociologici rendendo i film piu' autoriali,ma dopotutto negli anni 2000 con una caduta morale dei valori cosa si poteva raccontare? allora Muccino sceglie la strada del compromesso e' cioe' quella di stereotipare e banalizzare i suoi personaggi rendendoli di una nevroticita' quasi disarmante che cade nel ridicolo,fra urla,crisi isteriche,donne in menopausa con relativa crisi di mezz'eta',ed eterni Peter Pan,il film e' un continuo rincorrere un qualcosa che c'e' ma non si sa dov'e'.Questo film e' un po l'ante-litteram di quello che e' venuto dopo,commedie sentimentali di stampo "Moccioso" e l'Italia rappresentata da un popolo di giovani banalotti perennemente in crisi con se stessi, e senza una loro vera identita', permeati continuamente dal mondo dei vari grandi fratelli o velinume vario da ciarpame televisivo.Dispiace perche' Muccino puo' essere anche talentuoso in un certo senso e' l'idea di questo film poteva essere lo spunto per un qualcosa d' interessante,ma tutto qui si perde per strada tra urla,pianti ed isterismi forzati,(vedi la Mezzogiorno e Accorsi) e ritratti di donne patetiche (la Sandrelli),da menzionare (negativamente) la colonna sonora di puro stampo teen-ageriale di Carmen Consoli che compare anche in un cameo,in un film come questo poi non poteva mancare l'Happy-end finale molto ruffiano con relativa fuga o redenzione dalla sindrome di Peter-Pan,se questo e' un ritratto dell'Italia, allora non ci resta che piangere......
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