Regia di Gianfranco Parolini vedi scheda film
Lee Van Cleef e Jack Palance sono il motivo per cui questa pellicola viene - sia pure scarsamente - ricordata; il regista e sceneggiatore (insieme a John Fonseca) è Frank Kramer, all'anagrafe Gianfranco Parolini, mestierante non disastroso ma neppure eccelso. Frutto di una coproduzione fra Italia e Israele, il film viene girato proprio in terra israeliana; il dettaglio non influisce più di tanto sul risultato finale, però, che è simile a mille altri spaghetti western. Siamo d'altronde nel 1976 e il genere è ormai da tempo esaurito e sepolto, percui risulta molto difficile trovare motivi di interesse in un lavoro di questo stampo; note positive si possono rintracciare nelle musiche di Sante Maria Romitelli e, principalmente come è ovvio, nel duo centrale di interpreti. Ma la trama è piuttosto piatta, l'azione diretta così così (ne risente anche l'immancabile duello finale, un po' legnoso a dire il vero) e i buoni sentimenti di fondo dell'opera fondamentalmente ne snaturano l'origine: nello spaghetti western il buono non è un buono: è soltanto quello meno cattivo. 3/10.
In un paesino del Texas, un bandito spadroneggia; una volta ucciso il prete del posto crede di avere esaurito i suoi possibili oppositori. Ma ignora che il sacerdote aveva un gemello pistolero provetto.
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