Regia di Michael Dowse vedi scheda film
Il Natale si avvicina. Annie Doyle, una bambina vispa ed intelligente, chiede con insistenza che le si regali uno smartphone. Il papà Jake non intende cedere; dopo aver raggiunto la casa dei nonni, dove i due trascorreranno le feste con gli altri familiari, il genitore mostra alla figlia una console per videogiochi collegata ad un vecchio televisore. E' un Nintendo NES, campione di vendite degli anni '80 e '90. Jake inizia a raccontare, di come quella console, nel 1988, fosse l'oggetto del desiderio per i giovani della sua cittadina, e di come egli ne sia entrato in possesso; la sua è una storia avventurosa ed educativa. "Natale a 8 Bit" è una gradevole commedia natalizia statunitense, tratta da un romanzo; ho scelto di vederla incoraggiato da quanto ho letto sul web e non ne sono rimasto deluso. Il titolo può trarre in inganno, lasciando pensare ad un film a tema esclusivo videogiochi anni '80. In realtà, gli argomenti chiave sono altri. Il genitore Jake racconta alla figlia Annie, un po' capricciosa, come è normale per i bambini della sua età, di quando egli era al suo posto. Il Jake del 1988 smaniava per possedere una console per videogiochi (ma avrebbe potuto essere un qualsiasi altro gioco, un vestito, etc.); per averne una adottò diverse strategie, la prima delle quali, nel suo egoismo infantile, era mostrarsi accondiscente verso i genitori, onde ottenere la loro benevolenza e farsi regalare l'ambito oggetto in occasione delle imminenti festività. Ma il Nintendo non era a loro gradito; pertanto scelse di ottenerla impegnandosi in un'attività che lo poneva in competizione con i suoi amici. Pur primeggiando, Jake rimase deluso; dense nubi apparirono all'orizzonte, nei panni di un ricco professionista che scatenò una campagna mediatica contro i videogiochi, ispirato da puro odio personale. Fu il momento, per Jake ed i suoi amici, di unire le forze. Grazie alla riuscita di un complesso piano, essi riuscirono ad appropriarsi del Nintendo. Per pura sfortuna, ancora una volta, il sogno sfumò, insieme alle speranze dell'ultimo minuto, una "redenzione" dei genitori o un dono dal Giappone inviato da un lontano parente. Ma Jake non rimase a bocca asciutta; ebbe infine dal padre - un uomo un po' irascibile, testardo e con qualche fissazione - un regalo più bello, più stimolante e più impegnativo, sia per l'uno, sia per l'altro. Quello stesso padre che, con ogni evidenza, Jake, da qualche mese ha perso. Il suo racconto rappresenta un ideale passaggio di testimone. Trasmette alla figlia importanti insegnamenti, così come lui, in quel lontano inverno, li apprese, per esperienza diretta e indiretta; la pazienza, il valore della collaborazione, il non fermarsi alle apparenze, delle cose e delle persone. Ed Annie mostra di aver imparato la "lezione", ma un dubbio le rimane. Come ha fatto il padre a procurarsi la console ? Jake ci è riuscito, nel più semplice dei modi, lavorando ed aspettando il momento giusto per acquistarla; senza inganni, sforzi sproporzionati, complesse ed impossibili strategie. Personalmente, da appassionato di videogiochi dell'epoca, ho trovato di particolare interesse la presenza della console Nintendo. Altrettanto interessante la rievocazione delle campagne antivideogiochi, ciclicamente inseriti, allora come oggi, tra le cause di diversi mali; "onori" toccati al cinema horror, a generi musicali d'avanguardia, etc. ... Toni da commedia, discrete interpretazioni - senza, tuttavia, guizzi - rappresentazione degli anni '80 non invasiva, un'esposizione non didascalica rendono piacevole ed - azzarderei - educativo il film per un pubblico di tutte le età.
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