Regia di Christian Tafdrup vedi scheda film
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"- Perché ci avete fatto questo?
- Perché ce lo avete lasciato fare...".
Una spensierata vacanza estiva in Toscana permette ad una famiglia danese composta da due giovani genitori ed una bimba, di fare amicizia con un'altra di origine olandese, formata da una coppia affiatata e spiritosa ed un bimbo un po' taciturno ma assai educato.
Quando questi ultimi si mettono in contatto mesi dopo con la prima famiglia e li invitano a trascorrere un weekend a casa loro, questi ultimi si lasciano convincere con una certa facilità, mossi da un certo entusiasmo di fondo.
Arrivati in loco, trascorreranno solo poche ore prima di rendersi conto che i ricordi della precedente vacanza in Italia non sembrano più coerenti col comportamento bizzarro e spesso volgare dei loro amici, in grado stavolta di mostrare un lato della loro intimità familiare che lascia sempre più trasaliti i danesi.
Al punto da indurli a lasciare nottetempo la casa che li ospita, all'insaputa dei loro amici.
Ma, come in ogni horror che si rispetti, un contrattempo, ovvero il solito capriccio della figlia, farà si che la fuga abbia una svolta indesiderata, riportando gli invitati "ingrati" in quel focolare domestico che si rivelerà del tutto letale e depositario di storie di malcelata follia senza precedenti.
Il successo del film ha indotto il regista (anche attore) danese Christian Tafdrup ad accettare di cedere i diritti ad un produttore Usa per un instant remake americano con star del calibro di James McAvoy, previsto in uscita entro il prossimo 2024.
La vicenda, condotta attraverso una narrazione sempre in crescendo, gestita a suon di colpi di scena che appaiono astutamente scanditi ed orchestrati per imbrigliare lo spettatore entro maglie sempre più viranti al sadico, si snoda attraverso soluzioni che, tuttavia, appaiono davvero quasi sempre pretestuose e poco convincenti.
In particolare, si resta impossibilitati a capacitarsi dell'ingenuità con cui la famiglia danese si appresta a gestire le incognite di un invito che nasconde la peggiore delle macchinazioni possibile da immaginare.
Certo l'horror per svilupparsi nei suoi incredibili susseguirsi ha bisogno sempre di giostrarsi tra situazioni sempre in bilico tra l'impossibile e la sfortuna, in grado di giocare carte importanti per assicurare o meno la buona sorte delle vittime designate.
Ma qui in Speak no evil la gestione degli sviluppi si rivela davvero irritante, e l'ingenuità che caratterizza le vittime di fatto inaccettabile e troppo strumentalmente al servizio di un susseguirsi di eventi che paiono davvero sin troppo scritti e pianificati.
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