Regia di Christian Tafdrup vedi scheda film
Dalla Danimarca un raggelante noir con svolta finale inattesa e nichilista. L'assenza d'una giustificazione, d'un perché, alle azioni degli spietati assassini, rende ancor più inaccettabile la conclusione. ll nuovo Martyrs tira in causa la borghesia del nuovo millennio e il mai risolto conflitto dei vicini simili che si odiano (danesi e olandesi).
Speak No Evil (2022): locandina
La famiglia danese composta da Bjørn (Morten Burian), sua moglie Louise (Sidsel Siem Koc) e la loro piccola figlia Agnes (Liva Forsberg), durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick (Fedja van Huêt), la moglie Karin (Karina Smulders) e il loro piccolo Abel (Marius Damslev). Rientrati in Danimarca, Bjørn e Louise ricevono una lettera d'invito da parte di Patrick e Karin, per trascorrere un week-end come loro ospiti in Olanda. Inizialmente incerti, decidono di accettare. Giunti a destinazione, dopo un incontro cordiale, alcuni atteggiamenti di Patrick e Karin mettono a disagio Louise, al punto che la coppia poche ore dopo decide di ripartire, in piena notte, senza avvisare.
"Sei con la tua mamma e il tuo papà, non ti può succedere niente."
(Karin, rivolta alla piccola Agnes)
Speak No Evil (2022): scena
Per chi supponesse possa trattarsi del remake dell'omonimo film diretto da Roze nel 2013, sappia che il film del geniale cineasta danese Christian Tafdrup è tutt'altra cosa. Ospite di diversi festival durante il 2022, compreso il Sundance e Sitges, nonché vincitore di un paio di riconoscimenti, Speak No Evil è un'opera di alta qualità, ed è anche, proprio per questo, davvero agghiacciante, in grado cioè di demoralizzare lo spettatore durante la svolta imprevedibile della mezz'ora conclusiva. Una mezz'ora macabra e angosciante, brutalmente realistica e distruttiva.
Dall'imdb, letteralmente: "Lo scrittore/regista Christian Tafdrup ha tratto l'idea per il film dalla sua esperienza durante una vacanza in Toscana, quando la sua famiglia ha incontrato una coppia amichevole, forse un pò socialmente imbarazzante, dei Paesi Bassi. Tutte e due le famiglie si sono trovate molto bene, trascorrendo molto tempo insieme. Quando Tafdrup rientrò a casa, ricevette un invito dalla famiglia olandese per recarsi da loro, come ospite, nei Paesi Bassi. Tafdrup considerò inizialmente l'invito, ma poi decise di non accettarlo, perché sentiva che sarebbe stato strano essere ospite in casa di persone che non conosceva in maniera approfondita. Non li ha mai più incontrati, ma non riusciva a smettere di pensare a cosa sarebbe potuto succedere se avesse accettato, e alcune delle sue idee più oscure sono finite alla base della sceneggiatura di Speak No Evil. Tafdrup, sottolinea che il film non è altro che una fantasia macabra, e che la coppia olandese incontrata in vacanza era senza dubbio brava gente."
Speak No Evil (2022): scena
Un soggetto banale dunque, semplice, dilatato a lungometraggio che riesce comunque a farsi seguire con attenzione, intuendo quel che potrebbe accadere agli ospiti protagonisti: un destino che non è certo in grado di farsi accettare, data l'empatia e il senso di affezione che si finisce per provare nei confronti delle innocenti e ingenue vittime, ottimamente tratteggiate sotto il profilo psicologico e caratteriale. Il finale, oltreché granguignolesco, è di un nero sconsolante, arrivando di certo ad attirarsi le antipatie della maggior parte del pubblico. Addirittura, nelle intenzioni di Tafdrup, la sceneggiatura originale prevedeva l'esecuzione di molte altre persone, eseguite in differenti maniere. Era stato pensato di estendere le azioni sanguinarie a un gruppo, simile a una setta, che oltre a Patrick e Karin, sarebbe stato composto da altre trenta individui, residenti in altre abitazioni, con ospiti destinati alla stessa spietata sentenza di morte. Solo per via delle complicazioni di riprendere così tante comparse, e per necessità di semplificare la trama, il finale del film è stato modificato, una settimana prima dell'inizio delle riprese, in quello poi realizzato. Diversi conoscenti danesi del regista, compresi alcuni degli attori coinvolti, hanno suggerito di modificare il finale, rendendolo meno crudo o, perlomeno, dando una spiegazione alle azioni sanguinarie e apparentemente gratuite che chiudono il lungometraggio. Ma, dopo avere scritto varie versioni alternative, Tafdrup ha affermato che non avrebbero funzionato, quanto invece trasformando il lungometraggio "in un film Netflix, nel quale tutto è spiegato."
Per restare al prodotto, invece, non si può non apprezzarne l'ottima confezione, garantita da attori brillanti e particolarmente bravi, così come sul versante tecnico risaltano gli elementi scenografici, le location (compreso l'incipit girato in Italia), la bella cinematografia e un appropriato accompagnamento musicale, che giunge al culmine con il brano danese di Sune “Køter” Kølster: Amor of Death (Lamento della Ninfa). Speak No Evil è un film lento, ma mai noioso, sviluppato come lungo preambolo a una chiusa da incubo, possibilista proprio in quanto senza logica, di quelle in grado di ritornare a tormentare lo spettatore, più e più volte. Non è un film per tutti, certamente inadatto agli animi sensibili e alle persone che prediligono visionare opere con vocazione ottimista.
Speak No Evil (2022): scena
"Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l'esistenza è un male e ordinata al male; il fine dell'universo è il male; l'ordine e lo stato, le leggi, l'andamento naturale dell'universo non sono altro che male, né diretti ad altro che al male. Non v'è altro bene che il non essere; non v'ha altro di buono che quel che non è; le cose che non son cose: tutte le cose sono cattive."
(Giacomo Leopardi)
Trailer
F.P. 02/10/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 97'37") / Data del rilascio in Russia, Finlandia e Italia: 30/09/2022
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Concordo pienamente con le tue considerazioni, un film destabilizzante ed a volte irritante fon un finale sconvolgente. Del tutto fuorviante la locandina con il bimbo che urla, sembra il solito bambino indemoniato che nulla centra con il film.
Grazie per essere intervenuto. Questo è un film con una trama semplice, ma purtroppo anche realistica, molto diverso dallo standard e ben realizzato.
Un saluto.
sono pienamente d'accordo con te.
non mi sbilancio dicendo che è uno dei film più belli visti quest'anno.
una vera sorpresa.
È quel tipo di film in grado di dividere il pubblico: o piace molto o per niente. Grazie per il commento.
Ciao
Qualche considerazione sparsa per 'sto film a cui ho faticato a dare 5.75.
- Ma, dopo avere scritto varie versioni alternative, Tafdrup ha affermato che non avrebbero funzionato, quanto invece trasformando il lungometraggio "in un film Netflix, nel quale tutto è spiegato."
Se ci potesse essere ancora qualche dubbio sul fatto che Tafdrup sia un fesso, questa citazione li leva di torno, per la serie: se sei un incapace buttala in caciara sparando a zero su Netflix facendo di tutta l'erba un fascio, e qualche boccalone ti crederà senz'altro.
Chissà quale "spiegazione inspiegabile" avrebbe potuto inserire nel finale, e che invece ha "sapientemente" voluto lasciare in sospeso...
Sono dei cazzo di seriel killer, punto, di Amsterdam, Cincinnati o Roma.
Salvo poi sputare la bella moralina di turno: "Perché ci state facendo questo?" - "Perché ce lo avete lasciato fare."
- Sospensione dell'incredulità: due dozzine, forse una cinquantina di famiglie sterminate in un decennio, con relativi bambini scomparsi, e mai nessuno che ha lasciato detto ad amici o parenti non dico l'indirizzo esatto, Koonetzandersee Lido, via dei Tulipani Fracichi n.13, ma per lo meno la zona dell'Olanda, no.
- Il "mai risolto conflitto dei vicini simili che si odiano (danesi e olandesi)" - ma chi? ma cosa? ma quando? ma che cazzo? - c'entra una beata fava. (W il gorgonzola fate saltare tutte le fottute dighe.)
- Il "brano danese di Sune “Køter” Kølster: Amor of Death (Lamento della Ninfa)" è un arrangiamento da Monteverdi.
A parte questo, visione gradevole, al netto del fastidio diffuso dovuto al fatto che spesso in film malriusciti come questo si finisce per parteggiare per i "mostri", e che la taglino corta.
Matteo, che aggiungere? Non ti è piaciuto, chiaramente. Quando capita questo, almeno per me e penso per molti altri, il film è pieno di difetti e li si trova anche dove non ci sono. Sulla citazione Netflix (ma in senso generale sullo streaming legale online, mettendoci dentro molte altre piattaforme) il mondo è certamente pieno di fessi perché quello che dichiara il regista è opinione molto comune. Sarà sbagliata, ma se sfogli i cataloghi online dei film offerti dalle varie case, 7 prodotti su 10 sono scarti commerciali, che non hanno alcuna speranza di trovare altra via d'uscita (cinema o home video). Poi sì, sono d'accordo sul fatto che Netflix sia nella media, ovvero non peggiore dei rivali. Perlomeno, nel piattume generale provocato da opere snob e velleitarie, Speak no Evil è ancora buon cinema. Tafdrup deve certamente affinare le qualità di sceneggiatore, ma come regista si pone parecchio avanti rispetto a tanti acclamati "autori" di grido. Intendo quelli intoccabili, che hanno girato magari uno o due film riusciti al netto di decine di pellicole inguardabili.
"Opinione comune" = "mondo pieno di fessi" ;-))
Self evident.
Perché invece di scrivere "se sfogli i cataloghi online dei film offerti dalle varie case, 7 prodotti su 10 sono scarti commerciali" - frase con la quale concordo, ma viziata da un malriposto pregiudizio, da superficialità e, spesso, da malafede - non scrivi un più oggettivo "se sfogli i cataloghi dei film offerti dalle varie case di sistribuzione, TUTTE, online e puramente cinematografiche, in media, salvo eccezioni, 7 prodotti su 10 sono scarti commerciali"?
Perché Netflix sarebbe peggio della Warner? O della Fox/Walt Disney? O della Paramount? O della Columbia? Per non parlare della Marvel?
Concordo in massima parte sulle qualità di pura messa in scena (regìa, quadro, tempi) di Tafdrup.
Non volevo puntare l'attenzione sul mondo cinematografico vero e proprio. Sul quale non posso che condividere la tua opinione. Sono cambiati i tempi e, inevitabilmente, il modo di concepire le produzioni. Di tutti i tipi, anche quelle destinate alle sale...
Eh, per l'appunto: io vedo sempre, anche da "insospettabili" addetti ai lavori, il ditino puntato sulle piattaforme e "mai" sul "mondo cinematografico vero e proprio", come lo definisci tu. E ciò mi fa dubitare della buona fede o della validità dei suddetti addetti.
PS. A latere. Peccato che la terza foto che hai messo scegliendola dal database di ftv non sia un fotogramma presente nel film: credo sia una foto di scena perché quella sequenza purtroppo è ripresa solo da lontano, penalizzando specialmente lo spiritato Fedja van Huêt.
In merito alla terza foto, se ben ricordo, quella scena si vede esattamente così nel film. Hai confrontato la durata della versione da te vista?
97'37, esattamente come la tua.
E no, come ho detto, si vede DA LONTANO, senza per l'appunto quel primo piano (il p.p. ce l'ha Morten Burian, ma NON Fedja van Huêt).
Ed eccola qui: https://imgur.com/a/EAlETvT
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