Regia di Roger Spottiswoode vedi scheda film
In ogni centro commerciale è possibile clonare i piccoli animali domestici che non ci sono più e si possono dividere le gioie e le pigrizie casalinghe con una premurosa e prosperosa ragazza virtuale. I replicanti e le proiezioni digitali addolciscono la morte e la solitudine. Solo la clonazione degli esseri umani, pur essendo tecnicamente possibile, è vietata dalla legge. Ma un cattivo miliardario (Goldwyn), con alcuni tratti da “villain” dei film di Bond, aiutato da uno scienziato (Duvall), fa esperimenti illegali in un laboratorio segreto tra urne con bozzoli di corpi immersi in un brodo primordiale. Dalla loro officina nasce il doppio di Adam Gibson, ordinario family man, pilota e proprietario di alcuni elicotteri. Al protagonista vengono rubati l’identità, gli affetti e la vita. Per un uomo d’azione i sembianti non sono una questione sociologica o culturale. Basta eliminarli. Una, due o tre volte. Adam, allora, si allea con il suo clone e si avventa sulla storia dal titolo biblico trasformandola in un “buddy movie” (troppo lungo) per attore solo. Spottiswoode si ingolfa, confuso, tra l’action, il thriller e la fantascienza. Che cosa sarebbe diventato un soggetto così attuale nelle mani di David Cronenberg?
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