Regia di Roger Spottiswoode vedi scheda film
Alle soglie del Duemila,dopo la vicenda della pecora Dolly, crebbero polemiche ed interesse,di conseguenza,sulle possibilità della clonazione e varie discussioni,etiche e concettuali ebbero spazio su giornali e media vari:logico che il cinema da grandi platee abbia espresso soggetti che si riferivano alla cosa,inventando storie che riguardavano,centralmente o meno,la progettazione di creare nuova vita. "Il sesto giorno" vede il pilota di elicotteri Arnold Schwarzenegger tornare a casa e trovare un altro se stesso che festeggia il compleanno con i suoi cari,andare a letto con la moglie e vivere nella sua casa.Dietro c'è un intrigo scientifico che costa la vita a numerosi personaggi (anche se molti di questi ritornano da clonati e come repliche di se stessi),e forse all'originale ed al clone,dopo essersi scontrati,converrà allearsi per venire a capo della faccenda e salvare la (doppia) pelle. Diretto senza colpi d'ala da Roger Spottiswoode,il film procede prevedibile verso la lotta finale nel laboratorio futuristico dove si concepiscono i duplicati delle persone,con uno Schwarzenegger raddoppiato ma che palesemente non regge più il ritmo delle sue pellicole d'azione dei tempi d'oro,sembrando sia meno imponente che meno sciolto nelle sequenze più movimentate. Unica scena con un pò di respiro cinematografico quella del volo degli elicotteri,pilotati e telecomandati, ma nonostante altri inseguimenti,colpi di pistola laser,salti e cristalli che si infrangono c'è poco di cui tener conto.E la questione clonazione,che ovviamente viene bocciata secondo la tesi del film,è un pretesto per imbastire un ennesimo thriller fiaccherello e troppo costoso per quel che mostra.
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