Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Nel "Settimo Sigillo" il regista tratta una vasta serie di temi con estrema maestrìa. In un imprecisato momento del Basso Medioevo, un cavaliere ed il suo scudiero tornano in patria da una crociata. Giunto quasi alla fine del viaggio, il cavaliere incontra la Morte ed ha l'ardire di sfidarla in una partita a scacchi. La Morte accetta la sfida ed accompagna i due per la residua durata del viaggio, fino a ghermire il cavaliere ed i suoi compagni una volta raggiunta la sua magione. Il film è ambientato in boschi, brughiere e villaggi, tra popolazioni terrorizzate dal diffondersi di una pestilenza. I personaggi sono latori delle questioni che il regista intende trattare. Temi principali, il dubitare; il rapporto tra l'umano ed il trascendente; l'esistenza del divino e lo scopo del creato. In particolare, spicca la critica nei confronti di una fede cieca e malsana, rappresentata negli eventi della processione dei flagellanti e nel rogo della ragazza creduta strega. Nonostante la profondità dei temi trattati, la visione del film non risulta "pesante". Varietà di personaggi e paesaggi, siparietti divertenti, molteplicità di situazioni, affascinante colonna sonora che propone temi "medievali" rendono il film godibile ed appassionante. Ottime le recitazioni: su tutte spicca quella del cavaliere, tormentato dalle grandi domande, eppure volitivo e mai vittima degli eventi. Notevole la recitazione dell'arguto scudiero. Stupendo infine il montaggio. Il bianco e nero esalta inquadrature di volti in grado di trasmetterci appieno le sensazioni dei personaggi, in particolare sgomento e sorpresa.
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