Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Di ritorno dalle crociate, il condottiero Antonius Bloch ed il suo fido scudiero approdano sulle coste scandinave, dove intanto è arrivata anche la peste, portando il popolo locale alla disperazione. Per Bloch il destino sembra segnato quando la morte in persona si presenta al suo cospetto, ma Bloch decide di sfidarla a scacchi. Questa accetta, per un duello psicologico prima ancora che tattico…
Film dall’esegesi complicatissima, quasi cervellotica. Accanto ad una validissima confezione sul piano estetico (figlio di scenografia e costumi molto curati) tuttavia anch’essa pregna di simbolismi e rappresentazioni, ciò che si evidenzia chiaramente è la criptica sceneggiatura dal profondo sottotesto connotativo. Un film, si potrebbe pensare semplicisticamente, che è una lunga, complicata metafora della lotta umana quotidiana per la sopravvivenza. Ma non solo: qui c’è religione, coscienza, sociologia e misticismo, per un mix memorabile. Forse mai era accaduto, né mai accadrà dopo, di prendere un tema, un solo tema, per quanto importante, e veicolarlo in maniera talmente poetica e discorsiva.
Da segnalare l’inarrivabile doppiaggio italiano, superiore a quello originale, ma anche l’interpretazione asciutta ed efficace del cast, con Max Von Sydow che si rivela.
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