Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Il cavaliere Antonius Block rientra dalle crociate con il suo scudiero, sulla spiaggia in cui si è fermato a riposare incontra la morte nelle fattezze di un uomo vestito di nero, incappucciato dallo sguardo lugubre e dal viso pallido. Egli gli chiede se è pronto per la dipartita, il cavaliere risponde che il suo spirito lo è, ma non il suo corpo e chiede tempo. Da questo momento una partita a scacchi tra i due deciderà la sorte di Block. Lungo il ritorno a casa il cavaliere si interrogherà spesso sulla certezza dell’esistenza di Dio auspicando un suo segnale, farà numerosi incontri simbolici:una strega, una processione di flagellanti, la peste, i saltimbanchi etc. Ogni personaggio, ogni situazione hanno un loro significato recondito o comunque direttamente legato alla concezione ossessiva della morte tipica dell’oscurantismo medievale. L’incontro con i saltimbanchi, coloro che rappresentano l’arte (non a caso solo loro si salveranno dall’incombere della morte) rappresentano gli unici momenti di pace e serenità per il tormentato cavaliere e per il suo cinico scudiero. Ingmar Bergman, all’epoca quarantenne, firma il suo capolavoro assoluto insieme anche a IL POSTO DELLE FRAGOLE. In questo film, in particolare, riesce a mettere in scena i suoi tormenti interiori, i suoi dubbi esistenziali, il famoso “silenzio di Dio”che in quegli anni era la tematica principale di tante sue opere. Ancora oggi, a distanza di cinquantanni IL SETTIMO SIGILLO ha una freschezza di immagini, una regia e una direzione attoriale di alto livello, nonché un tema ancora attuale, è questa la grandezza di certi cineasti il non invecchiare mai all’usura del tempo.
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