Regia di John Cassavetes vedi scheda film
Ritratto di tre uomini di mezza età, riunitisi per il funerale di un vecchio amico. Rimasti traumatizzati dall'evento, decidono di abbandonare tutto e tutti e trascorrere tre giorni insieme ubriacandosi e facendo danni. Tra i film di Cassavetes, è uno di quelli più "ostici" per lo spettatore, poichè porta alle estreme conseguenze la sua poetica del realismo, del quotidiano, dell'improvvisazione degli attori. Per 140 minuti (quelli della versione integrale, tagliuzzati invece nella versione italiana), la telecamera segue questi tre personaggi, immaturi e incapaci di crescere, nelle loro scorribande notturne e nei loro discorsi infiniti (e sfinenti). Ne esce il ritratto di una America borghese e votata alla solitudine ed alla autodistruzione. Naturalmente non si può non apprezzare il lavoro di Cassavetes, sia come regista (come al solito al servizio degli attori) sia come interprete, in compagnia dei suoi più grandi amici di sempre, Ben Gazzara e Peter Falk. Insieme, i tre offrono una spaventosa prova recitativa, in bilico tra il divertimento e la malinconia. A mio avviso, "Mariti" non è uno dei capolavori di Cassavetes, proprio perchè lo stile del regista appare troppo accumulativo e ripetitivo (e per alcuni potrà sembrare anche noiosa), ma certamente ne costituisce un esempio valido della poetica di questo grandissimo regista statunitense.
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