Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
In questi giorni il nome di Christopher Nolan è sulla bocca di tutti per "Oppenheimer", ma può essere utile tornare alle origini del suo cinema con "Memento". Si tratta di un "neo-Noir" o thriller psicologico che dir si voglia, basato su un racconto del fratello del regista, Jonathan, con cui Nolan stabilisce già una sua cifra stilistica decisamente originale nella destrutturazione del racconto, che qui tocca un livello estremo poiché si ricorre ad un espediente praticamente mai visto al cinema come quello di un racconto che scorre all'indietro, iniziando con la fine e terminando con l'inizio. Si tratta di una strategia narrativa indubbiamente rischiosa, che da un lato ha fatto gridare qualcuno al genio, dall'altro si è attirata prevedibili accuse di compiacimento fine a se stesso e di inutile cerebralismo. "Memento" è un rompicapo dichiarato, esibito, un oggetto filmico che rivela la sua alterità rispetto al cinema mainstream contemporaneo, una pellicola che richiede più di una visione o comunque di essere seguita con una speciale concentrazione per essere compresa. A mio parere la regia è intelligente e matura nelle soluzioni linguistiche e formali adottate, pur con qualche scelta non sempre comprensibile (per esempio i passaggi da colore a bianco e nero), ma tale da garantire al film un'ottima vedibilita', e comunque da allontanare lo spettro dell'intellettualismo supponente. Si può discutere sulla presunta mancanza di adesione emotiva di Nolan ai fatti narrati e al profilo del personaggio principale, anche se il finale denota un evidente tentativo di comprendere le sue ragioni, pur in una chiave fortemente pessimista. Buono l'apporto del cast, con un Guy Pearce di fisicità straripante ma che dimostra di avere le carte in regola per caratterizzare in maniera non superficiale il disturbo di Lenny, insieme ad una Carrie Ann Moss che può contare su almeno due/tre scene da applauso (e non è poco) e un ottimo Joe Pantoliano. Mi accorgo che non riesco a trovare difetti particolari al film (anche se il finale tende ad essere un po' troppo ad effetto e a voler dare una spiegazione forse fin troppo compiuta al puzzle narrativo) e che si tratta in definitiva di un ottimo lavoro, ma non darei le patenti di genialità che qualcuno ha conferito un po' frettolosamente a Nolan, perché per quanto brillante sotto quasi tutti i punti di vista, è un film che rimane un po' isolato nella produzione contemporanea, un sogno di un cinema diverso da tutti gli altri che non può partorire un capolavoro perché insegue una strada troppo impervia e troppo in salita, che infatti non ha avuto seguito, tranne il pessimo "Irreversible" di Noe'. Tanto di cappello per averci almeno provato.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta