Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Un certo omaggio al gotico in tempi non ancora troppo sospetti (siamo nel 2000) oltre che ad Hitchcock (La finestra sul cortile innanzi tutto, nella prima parte) e a chissà che altro. L'anno prima Il sesto senso aveva un po' rilanciato, se così si può dire, non tanto l'horror duro e puro quanto il fanta-thriller psico-metafisico. Qui siamo in zona o comunque non troppo lontani e al timone c'è Zemeckis, in un contesto che non gli è del tutto estraneo. Cionondimeno secondo me funziona pochino e lo piazzo tra le punte più basse toccate dal regista, insieme a Contact e a qualche altra cosuccia. Michelle Pfeiffer è sempre stupenda mentre Harrison Ford interpreta un ruolo non troppo dissimile da quello che gli abbiamo visto mettere in scena ormai sin troppe volte - solo che qui è colpevole fino in fondo. Non funziona troppo a mio avviso soprattutto perché, come da tradizione del regista, il film è lungo, troppo lungo nel caso specifico. Una buona mezz'ora in meno avrebbe giovato al ritmo, alla tensione, valorizzando una sceneggiatura piuttosto elementare e di per sè parca di reali colpi di scena. Allungando inutilmente il brodo invece stanca, specialmente quando la lunghezza non solo non è giustificata dallo sviluppo della storia ma nemmeno sempre da trovate registiche all'altezza, regia che invece non mi è parsa molto più che convenzionale. Una sufficienza la strappa ma, rivisto a distanza di anni e nonostante le suggestioni di location e fotografia, e pure un paio di sobbalzi iniziali tutto merito del regista, non va molto più in là.
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