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Di chi è la mia vita?

Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su Di chi è la mia vita?

di RobocopXIII
6 stelle

Se cercate i colpi di scena girate al largo. Il film non si nasconde e il titolo è già un programma. "Di chi è la mia vita?" è ovviamente una domanda retorica che inoltre nasconde in se ("mia") la risposta alla stessa. Uno si avvicina a questo film più che altro per scoprire come è trattato l'argomento dell'eutanasia e se da questo ne è stata tratta una buona sceneggiatura. Purtroppo questa si rivela poco avvincente e inadatta a un film cinematografico, sembrando più che altro un lungometraggio per la televisione. A fare le dovute ricerche, si scopre infatti che la sceneggiatura di Reginald Rose (La parola ai giurati) e Brian Clark è basata su una sceneggiatura dello stesso Clark per un omonimo film televisivo uscito un decennio prima.

 

Seppure il protagonista sia il paziente (un uomo intelligente e di spirito) e non il direttore dell'ospedale (un dottore severo e intransigente), il film riesce a sbilanciarsi senza esagerare, riuscendo a dare valide argomentazioni per entrambe le tesi. L'argomento principale è quindi il libero arbitrio. La privazione della libertà è un gradino sopra alla morte, nella scala delle paure. La domanda da "Di chi è la mia vita?" diventa quindi presto "Quando una vita può essere definita tale?". La guerra combattuta dal protagonista comincia presto a perdere i contorni di un vero bisogno trasformandosi più in una questione di principio. Mentre per il dottore la domanda diventa "Di chi è la responsabilità?", rispondendo anch'egli quindi involontariamente alla domanda del titolo, dandola per scontata e cercando ulteriori appigli a supporto delle sue motivazioni.

 

Forte componente del film è l'umorismo e l'autoironia del protagonista, anche se è un po' inverosimile che abbia ancora tutte quelle battute da sparare dopo sei mesi di ospedale. Altra forte componente, ben definita ma lasciata a se stessa, è l'importanza della sessualità nella vita di un uomo. Ho notato inoltre come la relazione del protagonista aggiunga un piano di lettura parallelo a quello del film.

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