Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
«Quale mente non divaga?
Chi non fa castelli in aria?»
Secondo film della serie commedie e proverbi, questa volta la frase iniziale risulta di più facile interpretazione, volendo essere un monito a non fare voli pindarici di fantasia con la mente, come invece fa per gran parte della pellicola la protagonista Sabine (Beatrice Romand), fantasticando sul perfetto matrimonio che dà il titolo al film, volendo troncare definitivamente con relazioni saltuarie con uomini sposati e senza alcuna prospettiva coniugale futura. La protagonista prossima alla tesi di laurea in arte, decide che vuole sposarsi... ottima scelta, ma con chi? Il pretendente a sua insaputa dovrebbe essere il cugino della sua migliore amica Clarisse (Arielle Dombasle), l'avvocato celibe Edmond (Andrè Dussolier), a cui Sabine farà una corte spietata cercando in tutti i modi di farlo innamorare di sè.
Il Bel Matrominio (1982), è un mito, una fantasia adolescenziale priva di connotati reali, a cui però la protagonista fermamente crede, pensando e concependo tale approdo con la mentalità di una donna di almeno 100 anni prima, quando l'essere femminile era a livello di etichetta tenuto in maggior considerazione, ma a conti fatti non aveva alcuna autonomia decisionale nè l'indipendenza di cui beneficiava ampiamente la figura femminile negli anni 80' in Francia.
Sabine frustrata da un lavoro dipendente in un negozio di antiquariato, invidia Clarisse, che con le sue mani crea decorazioni per lampade di notevole impatto visivo, quindi dal punto di vista della protagonista è libera anche se l'amica le dice che in ogni relazioni ci sono regole prestabilite a cui tocca sottostare per giungere al matrimonio, cosa che lascia stizzita Sabine, la quale invece vuole trovare un buon partito e condurre una vita da casalinga, Edmond secondo lei, le consentirebbe di realizzare questo, poichè in questa sua distorta concezione sarebbe riverita dal marito, venendo messa su un piedistallo, invece di occupare il suo tempo tra un lavoro ed un altro, che finirebbe per uccidere la passione. Una tale concezione antiquata oltre che ad essere ridicola, non può che essere destinata alla sconfitta negli anni 80'.
Sabine è lunatica e sempre preda di cambi di umore e tono, una post-adolescente petulante e piena di contraddizioni in quello che vuole, perchè neanche lei sa a cosa mira, un Eric Rohmer con un target spostato più verso la fascia "teen" (ma non aspettatevi Moccia sia chiaro) e meno intellettualismi, a cominciare dal ritorno al formato 35 mm, in luogo del 16 mm adottato nel precedente La Moglie dell'Avviatore (1981), con dei dialoghi meno artistici e distribuiti meglio nella gestione della verbosità, ma anche una sostanziale diluizione di essi all'eccesso nonostante talvolta si sia giunto da tempo al nocciolo della questione, proseguendo caparbiamente la discussione come un adolescente interstardito (Sabine d'altronde nonostante l'età, ragiona così). Meglio allora la festa a casa di Sabine, che ci mostra brevemente uno spaccato d'intrattenimento nell'entroterra della Francia (siamo a Le Mains) degli anni 80', in cui tra patemi d'animo, pianti ed infine gioia, Sabine vede arrivare il suo Edmond, dandosi ad una felice danza con l'uomo isolata dagli altri suoi amici, che ballano sullo sfondo, perchè la ragazza guarda altrove e pensa diversamente dai suoi coetanei.
Lo spettatore spera che possa raggiungere il proprio sogno d'amore con il protagonista Edmond, a cui la macchina da presa di Rohmer dona più fascino rispetto alla recitazione dell'attore un pò troppo da belloccio, quando doveva impostarla un pò più sul patetico-edonistico tipico di un certo yuppismo arrembante degli anni 80' che privileggia la carriera a tutto il resto, ma il regista non è un pessimista perchè d'altronde la vita è piena di opportunità, magari da cogliere in un treno in partenza quando meno lo si aspetta.
Un Rohmer meno intellettuale e con ambizioni artstiche meno sofisticate e più virate verso la fascia teen, quindi più intrigante per la spettatrice casuale che stufa delle commedia romantiche spazzatura (questo è il film alla fine), con il Bel Matrominio (1982), ha l'occasione di poter esplosare il genere da un punto di vista non solo autoriale, ma anche prettamente europeo.
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