Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Una ragazza decide di sposarsi, e fin qui nulla di anormale. Già il fatto che prima decida di sposarsi, poi di cercarsi un uomo è abbastanza bizzarro da suscitare il sorriso. Sorriso che si mantiene inalterato per tutto il resto del film, che la mostra ferma nella sua ostinata decisione di voler sposare un giovane avvocato conosciuto appena e di cui cerca in ogni modo di attirare l’attenzione (con una battuta, il film può essere definito la versione soft di Attrazione fatale). Béatrice Romand, che nei film di Rohmer è abbonata al ruolo della rompiscatole, e André Dussolier, perplesso e riluttante oggetto del desiderio, recitano il solito delizioso minuetto di sentimenti. E quando lui finalmente le parla chiaro, dice di essere appeno uscito da una relazione e di non volerne intraprendere un’altra per il momento, capiamo che dietro il film che abbiamo visto ce n’era un altro, che non abbiamo visto e che coincide con il resto della vita (elemento costante nella serie Commedie e proverbi: suggerire ciò che accade al di fuori dello schermo). E l’ultima, sorridente inquadratura non solo sottindende una morale del tipo “sei giovane, hai tutto il tempo per rifarti”, ma dice che forse sta per iniziare un altro film.
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