Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Negli anni 70' Eric Rohmer cercò nella letteratura ispirazione per dare linfa vitale al suo cinema, che percepiva senza alcuna via di sbocco, sono nati piccoli capolavori come la Marchesa di Von... (1976) durante questa parentesi, ma il regista ad inizio anni 80' trova nuove idee per un nuovo ciclo di film "commedie e proverbi" avendo come soggetto della sua ricerca studenti ed impiegati alle prese con relazioni ed il quotidiano. Ogni film si apre con un proverbio ed ha l'andamento della commedia, il primo film del ciclo è La moglie dell'aviatore (1981), con tale scritta di apertura :
"Non si può pensare a niente"
Una pellicola che racchiude in sé molti stilemi del cinema francese, come il taglio intimo della storia, riprese in esterna, dialoghi fitti e scelte estetiche originali, come il girare la pellicola in 16 mm, conferendo al film quel taglio urbano e fresco, che evidentemente il regista cercava, rendendo i luoghi di Parigi da lui amati, estremamente vissuti nella loro quotidianità, anche perché Rohmer ha concepito il film come esplicito omaggio alla città e non è certo un caso il fitto numero di scene ambientate per le strade della metropoli francese o il lungo pedinamento di Francois (Philippe Marlaud) insieme ad una ragazza di 15 anni appena conosciuta Lucie, cercando di scoprire se il pilota di aerei Christian (Mathieu Carriere), è ancora l'amante di Anne (Marie Riviere), ragazza con cui il protagonista ha un rapporto burrascoso, caratterizzato da un tira e molla che oramai ha portato ad un logoramento della loro relazione, data anche la differenza di età, 20 anni studente lui e 25 anni impiegata lei.
Il tema quindi è l'amore, con tutte le sue manifestazioni a cominciare dalla gelosia, la passione oramai spenta, l'agognato matrimonio ed il tradimento, i personaggi di Rohmer sono autentici portatori di una concezione personale dell'amore; Francois è un ingenuo che lo vive in modo superficiale e ossessivo, Anne invece si mostra fieramente indipendente e poco disposta a sottostare ad una relazione normale, cercando di vivere tale sentimento attraverso due diversi uomini dal punto di vista caratteriale come Francois e Christian, quest'ultimo invece ha per lungo tempo tradito la moglie, cercando ora di troncare definitivamente con Anne perché sta per diventare padre ed infine la giovane Lucie che si affaccia alle gioie della vita con i suoi 15 anni tutti da vivere, eppure ben più matura della sua età data la sagacia delle sue analisi dell'animo umano e la sua sfacciataggine nel mentire per sbrogliare ogni situazione. Sviluppato per tramite tre macro-sequenze, tra cui quella lunghissima centrale del pedinamento, i dialoghi di Rohmer offrono occasione di riflessione sull'amore, sui modi di viverlo e sulla natira umana quando è alle prese con tale sentimento, creando un intreccio dove la casualità la fa da padrona per poi tornare tutto nell'ordine naturale delle cose. Non mancano momenti diluiti se non allungati come ad esempio la fotografia che alla fine porta ad un nulla di fatto ed un finale dove il dialogo assume connotati verbosi trascinandosi stancamente nelle medesime conclusioni, non aiutando il fatto che il tutto sia ambientato nella camera di Anne, da cui non ci si smuove con la macchina da presa, che al ritmo preferisci la dilatazione del longtake, con il risultato di deprimere troppo l'immagine. Un buon film, che segna un passo indietro netto rispetto alla Marchesa di Von... (1976), anche se forse più coerente con i film anni 60' del regista.
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