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La moglie dell'aviatore

Regia di Eric Rohmer vedi scheda film

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La recensione su La moglie dell'aviatore

di Baliverna
8 stelle

Bello anche questo racconto sentimentale di Rohmer, dove, come al solito (ed è un complimento), si dipana un complesso intreccio sentimentale dove i personaggi finiscono per costituire un bizzarro circolo. Gli elementi principali che determinano il corso della trama sono l'errore e la coincidenza (fortunata o sfortunata); altre volte Rohmer quasi si diverte, secondo me, a farci aspettare un certo risvolto che invece poi non si verifica. I dialoghi giocano un ruolo fondamentale, e tramite essi il regista francese analizza finemente la psicologia dei personaggi, in particolare quella femminile. Specie quanto a questa ultima, Rohmer è secondo me unico. Anche il lungo dialogo in camera tra il protagonista e la "fidanzata" riesce ad essere interessante e coinvolgente, in una situazione in cui la noia sembrerebbe inevitabile.
Il protagonista è un ragazzone poco perspicace, che non vuole capire che la sua fidanzata non lo ama, e che soprattutto ama un altro. Ha un modo infantile di vivere il rapporto sentimentale, poiché gli basta che la ragazza trascorra del tempo con lui e non incontri altri uomini per essere soddisfatto, anche se lei lo fa per forza. Addirittura quando ella gli piange addosso per un altro uomo, lui si sente lusingato di averla vicina e di poterla accarezzare. A vedere come lei tenta di liberarsi di lui, mentre egli, appena infastidito, continua imperterrito a cercarla e a starle addosso viene proprio da scuotere la testa. Lei, dall'altra parte, è una delle tante che s'impantana nella passione per un uomo sposato, dove lui però vede la cosa solo come un'avventura o un diversivo. Ama l'aviatore molto di più di quello che dice e che è disposta ad ammettere a se stessa, mentre il ragazzo è per lei, specularmente, solo un passatempo. Il suo scansarlo proprio quando l'altro l'ha piantata è forse un tentativo di non parlarne, di non prendere atto del suo abbandono e dello stesso amore che aveva per lui. Un grande sforzo di auto-inganno, fino al pianto finale. Brava e simpatica, oltre che particolare, ho trovato l'attrice che interpreta la ragazza del parco. Avrebbe meritato una carriera, ma pare non l'abbia avuta.
Come al solito ho avuto la sensazione che Rohmer rappresenti le persone come veramente sono, con acume e precisione, e che i dialoghi siano molto realistici. Forse, il messaggio del film è un giudizio negativo sul goffo comportamento del ragazzo, che insegue una chimera e non sa cogliere l'occasione che passa, irripetibile. Anche l'intreccio della trama ha il suo fascino, tra coincidenze, sorprese e spiegazioni mancate. La stessa idea del titolo è alquanto curiosa (e guardando il film si capisce perché). Bella la canzone "Paris m'à seduit".

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