Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Il primo della serie Commedie e proverbi, con cui Rohmer torna alle ambientazioni contemporanee dopo due film in costume, ricalca ancora lo schema dei Racconti morali: il protagonista sta con Marie Rivière, ma nel corso della giornata in cui si svolge l’intero film instaura un curioso rapporto di complicità con la vispa studentessa Anne-Laure Meury (perché le donne di Rohmer mi rimangono impresse in testa anche dopo un solo fotogramma?), insieme a cui pedina l’ex della fidanzata ‘titolare’ (si fa per dire, perché la loro è una relazione estremamente precaria) di cui è geloso. L’ossessione amorosa dell’uomo si basa letteralmente sul nulla (il personaggio del titolo, significativamente, non compare mai) e le ipotesi che costruisce vengono puntualmente smantellate (anticipazione dei “castelli di Spagna” del film successivo, Il bel matrimonio); l’ultima scena chiude in modo degnamente beffardo questo nuovo balletto del caso orchestrato dal regista. Qualche riserva sul monologo della Rivière nel sottofinale, un po’ verboso anche per gli standard rohmeriani; il resto è ok.
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