Regia di Karel Reisz vedi scheda film
Nottingham, inizio anni 60: Arthur (Albert Finney), che nella versione doppiata in italiano si trasforma, chissà perché, in Jimmy, è un ragazzo che lavora al tornio in fabbrica e passa il tempo nel week-end a bere birra con un cugino o qualche collega in un pub, a fare scherzi a una vicina impicciona o a pesca, ha una relazione con Brenda (Rachel Roberts), una donna sposata con un suo collega, che finisce col rimanere incinta e, nel frattempo, instaura un'ulteriore legame con Doreen, ragazza acqua e sapone. Arthur appare incerto e tiene il piede in due staffe, finché subirà una dura lezione e a quel punto sceglierà quale 'stile di vita' seguire.
Karel Reisz, con Lindsay Anderson e Tony Richardson, fa parte del gruppo degli 'Young Angry Men' del cinema britannico e 'Sabato sera, domenica mattina', sua opera prima di finzione, è uno dei titoli chiave del Free Cinema, movimento di breve durata che però lasciò il segno, rinfrescando il cinema d'Albione, ancorato a una cifra stilistica improntata su film di derivazione teatrale o romanzesca, che traggono ispirazione ai classici della letteratura inglese, girati in gran parte in studio con grandi attori anch'essi provenienti dal teatro e su temi distanti dalla realtà circostante.
Qui si assiste ad un profondo rinnovamento: le location sono naturali, nello specifico le case a schiera di un quartiere popolare, la fabbrica, i pub fumosi, filmati in uno splendido bianco e nero firmato da Freddie Francis, il protagonista è un antieroe che appartiene alla working class, un po' spaccone con superiori, colleghi ed amici e sbruffone con le donne che corteggia e con cui amoreggia, i toni sono scanzonati, con qualche virata verso il dramma a sfondo sociale - l'ubriaco che rompe il vetro di un negozio e viene subito bloccato da un'agente donna con la folla che chiede a gran voce di lasciarlo andare - e personale - la donna che rimane incinta, il marito di lei che, scoperta la tresca, fa rincorrere e pestare a sangue Arthur - grazie a dei dialoghi caustici e un ritmo vertiginoso.
Il film, visti i tanti autori che sono arrivati dopo nel corso dei decenni, ha forse perso parte della sua componente ribellistica e anticonformista e la 'questione operaia' è stata analizzata con più profondità, ma rimane un'opera di svolta e un punto fermo nella cinematografia d'Oltremanica.
Semplicemente straordinario Albert Finney, nel primo grande ruolo della sua carriera e molto bravi tutti gli altri membri del cast.
Voto: 8 (v.o.s.).
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