Regia di Beppe Fiorello vedi scheda film
Stranizza d’amuri evidenzia sicuramente le qualità registiche di Beppe Fiorello, che con un tema vicino (in parte) a quelli trattati da lui come attore, dimostra una certa dimestichezza con la macchina da presa.
Il film racconta di un amore omosessuale impossibile nella Sicilia dell’82 durante i mondiali di calcio vinti dall’Italia di Paolo Rossi.
E’ sicuramente un buon film, con una fotografia e una scenografia di livello. Bellissime alcune inquadrature e l’idea di fondo di cadenzare la pellicola con delle canzoni italiane di quegli anni.
Certo potrebbe sembrare didascalico ma alla fine non lo è, anzi rende il film più piacevole e “digeribile”
Infatti, la particolarità di questo film è che risulta in alcuni punti un pò pesante, con un finale da sorriso lacerato.
Se è vero che il regista fratello di Fiorello, vuole omaggiare due persone che vivevano la loro storia “proibita” nella Sicilia di inizi anni 80, è anche vero che bisogna anche trovare degli spiragli di ottimismo.
Detto questo, il film Stranizza d’amuri ha degli spunti interpretativi interessanti e la storia si presta ad una discussione post pellicola che potrebbe sfociare in qualcosa di interessante.
La Sicilia è disegnata come una terra piuttosto arida, calda e l’unico punto dove si respira un pò di aria pulita, una brezza marina che ti ritempra è proprio sulla spiaggia vicino al mare.
La mia personale sensazione è che il regista ci voglia far intuire con queste immagini l’aridità dell’anima di quelle che persone che vivono nel paese a confronto della libertà delle onde del mare.
La pellicola, indubbiamente arriva alla pancia dello spettatore, lo fa emozionare, lo fa riflettere.
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