Regia di Beppe Fiorello vedi scheda film
Opera prima diretta con il cuore, atto d'amore per la Sicilia e per i ragazzi degli anni '80.
Non ti scantare. Non devi avere paura, sei nella terra più bella del Mondo, Greci Romani Arabi Normanni Spagnoli hanno seminato cultura e fratellanza, sei in Sicilia.
L'opera prima di Giuseppe Fiorello è un'atto d'amore e di nostalgia per i suoi posti, i luoghi dell'adolescenza disincantata, con le amicizie difficili e gli amori impossibili, che termina con l'atto più esecrabile per una Terra dalla bellezza abbagliante.
Gianni e Nino, vivono una storia di amicizia profonda, nata per caso, in contesti familiari completamente diversi: sicurezza e affetto per Nino, vessazione e instabilità emotiva per Gianni. Le famiglie con le Madri dei due ragazzi, i luoghi natii con le strade le piazze le chiese il bar, sono i veri protagonisti del racconto del regista siciliano, che lavora sul contesto sociale del 1982, per annullare le distanze temporali ed emotive e raccontare con stile asciutto ed elementare, nel senso più nobile del termine, l'Italia euforica del Mundial e dei grandi travagli familiari.
Gli anni '80 sono il crocevia, siamo Campioni del Mondo ma abbiamo il Terrorismo che ci dilania, i ragazzi cominciano a bivaccare nei bar di paese senza punti di riferimento ideologici: l'Italia scopre la crisi generazionale e i ragazzi classe 1960/70 ne sono dentro fino al collo. L'occupazione lavorativa passa dallo sfruttamento minorile degli anni '50/'60, al vivere alla giornata senza sforzo con la camicia linda e sbottonata perchè i vecchi non hanno più ragione, per il compleanno si regala il motorino ci vogliamo modernizzare: tutto questo non vale per i canoni primordiali del sentimento, quelli devono restare solidi nella loro arretratezza, così le donne figliano e gli uomini fottono e se la famiglia di Nino, slegata dal contesto cittadino e protetta dalla campagna circostante,conserva la nobile tradizione del legame di sangue (come scriveva Pasolini), la famiglia di Gianni rappresenta il tragico futuro incombente, le coppie assemblate per necessità e la solitutine metropolitana, che colpirà soprattutto il genere femminile nei decenni successivi.
La Sicilia è madre e matrigna, terra affettusa e spietata, i due amici potranno essere loro stessi solo nell'Eden al termine del tunnel, il luogo recondito e immacolato che Nino aveva conservato per se stesso: ma un segreto non è più lo stesso se sono in due a conoscerlo. Marzameni, Noto, Ferla, Pachino, Buscemi e Priolo, i loro bar chiese e piazze, le facce bellissime dei ragazzi (un plauso al casting), un film corale per un fatto di cronaca terrribile, l'amore che racconta l'odio in un tempo vicino che non ha insegnato nulla: Stranizza d'Amuri è tutto questo e se la confezione ha qualche pecca, la si perdona a Giuseppe Fiorello, per onestà intellettuale e purezza di sentimento. Le musiche d'atmosfera di Giovanni Caccamo e l'omaggio al Maestro Battiato sono cornice dorata per un affresco dai toni caldi nel quale i bulli di Paese sono fotografati nella loro essenza primitiva mai grottesca, le madri e i padri dei ragazzi raccontano con le facce il cambiamento epocale, i motorini sembrano il futuro prossimo ma nessuno, neanche Totò con i capelli tricolore, riesce ad immaginare che a breve Internet sconvolgerà tutte le generazioni a venire: ora i bulli sono sul web e poco è cambiato.
Lu Abusivo.
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