Regia di Dario Argento vedi scheda film
Dario Argento “non ha sonno”. Seguendo l’ispirazione dei suoi incubi notturni, ad occhi aperti o chiusi, ha infatti scritto i titoli migliori, quelli del passato. Li rimpiangiamo. Comunque la si pensi sulla diatriba che ormai da anni investe il regista (può il suo talento visionario bilanciare sceneggiature orribili?), da “Trauma” in poi i suoi film non hanno più fatto paura. Lo scrive chi ancora non riesce a guardare “Suspiria” a luci spente. Senza il côté horror, che assicura ad Argento colpi di scena estremi, “Non ho sonno” è ancora più imbarazzante. Il giallo presuppone un minimo di logica e di rispetto per lo spettatore: da queste parti, invece, l’intreccio è sfilacciato (con tutta la buona volontà, è impossibile non indovinare il finale), i dialoghi da soap opera brasiliana, le situazioni ridicole, la recitazione sotto il livello di guardia (colpa anche di un doppiaggio sciagurato). Un paio di momenti visionari all’altezza delle aspettative (l’omicidio della prostituta in treno e la decapitazione del “cigno” dietro il palcoscenico) non riescono a mitigare un senso d’amarezza intenso. Quello tipico dei fan.
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