Regia di Dario Argento vedi scheda film
Guardando questo film, è facile intuire che ormai l'estro di Dario Argento non riesca più a raggiungere i fasti dei suoi capolavori precedenti. A corto d'idee, il regista tenta di tornare alle radici e sforna questo giallo che di originale non ha un bel nulla e che è per giunta privo d'anima dato che non trasmette nulla. Gli attori infatti non riescono ad emozionare e la sceneggiatura è ossessiva, sconclusionata, calcolatrice e soprattutto inutilmente macchinosa e ridondante. Assistiamo dunque alle solite scene di sangue e di omicidi, ricche di una grafica raccapricciante che mostra sgozzamenti, svisceramenti e quant'altro di peggio in una trama molto magra che s'incentra sui delitti compiuti da uno psicopatico che accanto ai resti delle sue vittime, lascia degli animaletti intagliati in carta che seguono la filastrocca contenuta guardacaso nel libro de' "La fattoria della morte".
Sicuramente migliore nella struttura e nella qualità di film come "Il cartaio" e "La terza madre", quest'opera non sarà comunque mai neppure lontanamente classificabile nella stessa categoria alla quale appartiene "Profondo rosso", film al quale tuttavia si ispira stilisticamente con impegno.
La trama in questo caso è ricca di tensione e mistero, ma non basta e di veramente interessante ha solo i suoi vari aforismi messi in risalto in maniera parallela dai delitti del mostro di Torino (la città in cui in questo caso hanno luogo i crimini) e dalle notti insonni del commissario Moretti che non si dà pace per scoprire chi sia questo mostro... una tematica questa comunque molto abusata e deprimente in tempi in cui certe cose purtroppo non succedono solo nei film.
Ancora non ci siamo, avrebbe potuto fare di molto meglio.
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