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Cast Away

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su Cast Away

di GARIBALDI1975
8 stelle

 

"Wilson! Wilson! ... Scusami! ... Scusami Wilson! Wilson scusami! ... Scusami! Wilson! ... Non ce la faccio! ... Wilson! Wilsooon! ..." è impossibile dimenticare il disperato urlo d'implorazione di Chuck Noland, il protagonista di "Cast Away", mentre è costretto ad abbandonare in alto mare il suo 'compagno' di 1.500 giorni d'avventura, ... "Wilson" un pallone da pallavolo!

 

 

« Il titolo Cast Away significa in inglese naufrago. Il modello della vicenda d'un uomo che si ritrova su un'isola deserta solo, senza nulla, e deve sopravvivere, ha oltre due secoli e mezzo: è Robinson Crusoe, romanzo d'avventure scritto nel 1719 da Daniel Defoe ispirandosi al caso di cronaca vera del marinaio inglese Selkirk abbandonato sull'isola Juan Fernandez. » (così Lietta Tornabuoni, La Stampa, 12 gennaio 2001)

 

 

Per me è un film straordinariamente interessante e il successo è dipeso in ordine d'importanza da questi fattori:

40% dalla sceneggiatura;

25% dalla regia;

25% dall'attore protagonista;

10% dalla scenografia in esterna.

 

William Broyles Jr. (autore e sceneggiatore di Apollo 13 e Polar Express) è lo straordinario sceneggiatore di questo film e, per provare a descrivere al meglio le prove di un naufrago, ha realmente vissuto da solo per un mese su un'isola a largo della costa messicana (beato lui).

 

 

Diretto da Robert Zemeckis, "Cast Away" è una profonda, filosofica e gratificante esperienza cinematografica. E' un film coinvolgente senza essere impegnativo, grazie ad una sceneggiatura brillante e a una regia intelligente che motiva e incuriosisce lo spettatore.

 

 

Zemeckis non ha paura di rischiare.

La storia di un naufrago che abita da solo su un isola per 1500 giorni poteva facilmente diventare il solito film da noia mortale, una boiata pallosa, un flop da milioni di dollari (come spesso succede ad Hollywood). Ed invece no ...!! Ricordate la sequenza d'apertura? Un lungo e silenzioso dolly sparato attraverso una pianura di campi, che è così stupendo che farebbe arrossire anche il Maestro Terrence Malick (scena che viene riproposta nel finale). Vediamo un camion FedEx correre fino a una casa in mezzo al nulla, un pacchetto viene prelevato. "Semplice!", direte voi ..., ma Zemeckis ha un asso nella manica. Non appena il pacco FedEx è raccolto, lo spettatore guarda in soggettiva sul pacco stesso (quasi fosse lui stesso quel pacchetto da consegnare) e dalle calde terre americane siamo catapultati nella gelida Russia moscovita. E' qui che incontriamo per la prima Chuck Noland (Tom Hanks), uno dei tanti zelanti dirigenti del corriere espresso "FedEx". Lui sembra essere uno sbrigativo risolutore di problemi, un fanatico delle spedizioni a tempi di record. Un uomo molto impegnato. Ha poco tempo per tornare a casa e vedere la sua compagna Kelly (una brava Helen Hunt, in parte al 100%), ma solo per così poco tempo, quanto per ridare fiato al suo cercapersone per avvertirlo della sua prossima missione in Malesia. E' lì, durante il viaggio in aereo, che accade l'imprevedibile: l'aereo precipita e Chuck fa naufragio su un'isola tropicale disabitata. Bella per una vacanza di una decina di giorni, con un frigorifero pieno di bevande e cibo ... ma da incubo per chi deve lottare per la sopravvivenza.

 

 

"Cast Away" si trasforma in una brutale avventura per la sopravvivenza che occupa la parte centrale del film. Chuck deve fare i conti con la ricerca di cibo, acqua e qualsiasi altro bisogno fisiologico, compreso il convivere con dolori da infiammazione ai denti senza farmaci. Le sue possibilità di essere recuperato e soccorso diventano sempre improbabili di giorno in giorno. E questa aspettazione è palpabile. Mentre Chuck tenta una via di fuga dall'isola, passano quattro anni.

 

 

Chuck è sostanzialmente morto per il resto del mondo, ma è vivo, respira, si è adattato.

 

Una genialità è stata quella di trasformare un pallone da pallavolo in "Wilson", un compagno con il quale il protagonista condivide e parla nel corso dell'avventura sull'isola. Questo aspetto mi ha fatto riflettere sul fatto che anche il più pragmatico degli uomini ha un profondo bisogno di socialità. Questo è la punta di un iceberg sui tanti aspetti che si colgono in questo film, che sono interessanti anche dal punto di vista antropologico.

 

 

Altro colpo di genio ... Zemeckis reinserisce Chuck nella società e in modo drammatico gli fa incontrare la sua compagna Kelly (che intanto datolo per morto si è "rifatta una vita").

 

 

C'è un forte nucleo emotivo nel film che non è mai falso, ipocrita o forzato. Tutto avviene con una certa "naturalità", credibilità. Questo è molto bello, lo spettatore non si sente mai preso in giro. Anche il suono costante della rottura delle onde del mare e il vento tra gli alberi rende questo film un'esperienza credibile che ci fa sentire il bisogno di ricollegare i nostri istinti e bisogni a 'madre' Natura, un'avventura in cui per certi versi vorremmo perderci dentro.

 

 

"Cast Away" offre un modello di cinema ad alto budget tipicamente hollywoodiano, ma si propone come un esempio positivo, come a me piace: rischioso, ambizioso e mai noioso. Il film ad una prima visione può sembrare lungo perché l'isolamento di Chuck sembra un'eternità.

 

 

Ma gli spettatori che comprendono l'intero viaggio di Chuck (anche quello interiore del ribaltamento dei bisogni e degli interessi), saranno altrettanto affascinati da questa film, fino a quel sorprendente, bellissimo finale che ha perfettamente senso.

 

 

Un senso che viene ben riassunto in questo monologo di Chuck, magnificamente interpretato da Tom Hanks:

"una sensazione mi ha avvolto come una coperta calda, sapevo che in qualche modo dovevo restare vivo, in qualche modo dovevo continuare a respirare, anche se non c'era più motivo di speranza e la logica mi diceva che non avrei più rivisto questo posto. Così è quello che ho fatto, sono restato vivo, ho continuato a respirare; poi un giorno la logica si è dimostrata sbagliata perché è arrivata la marea, mi ha dato una vela e ora eccomi qui. Sono tornato a Memphis e parlo con te, c'è del ghiaccio nel mio bicchiere e l'ho persa ancora una volta. Mi rattrista non avere Kelly, ma sono grato che lei fosse con me su quell'isola. E adesso so cosa devo fare, devo continuare a respirare... perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare...".

 

Niente è mai perso per sempre. VIVA LA SPERANZA.

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