Regia di Terence Fisher vedi scheda film
Dopo vampiri, licantropi e creature composte da cadaveri, per la Hammer inserire anche la mummia tra i suoi mostri era un passaggio quasi obbligato: riunita la squadra vincente Fisher-Cushing-Lee, la casa di produzione rifà , ovviamente arrangiando la storia ai canoni della fine degli anni Cinquanta, la tragica storia di amore, morte, e resurrezione del sacerdote che a causa di una passione proibita diviene un morto vivente assetato di vendetta. In sè, la storia di Imhotep ha una dimensione romantica non indifferente, e la professionalità di Fisher rimedia ai dialoghi scarni delle sceneggiature hammeriane, coadiuvata dalla bravura interpretativa dei "dioscuri dell'horror inglese", come li aveva ribattezzati Tullio Kezich. Sul piano dello spavento, non ci si aspettino brividi a non finire e pelo drizzato sul collo, ma è da apprezzare la buona confezione con cui questi piccoli classici venivano realizzati.
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