Regia di François Truffaut vedi scheda film
Truffaut risponde alla sua maniera alle critiche seguite a Jules e Jim: ancora un triangolo, ma questa volta intriso di violenza, dai lati ben più sproporzionati rispetto a quello precedente e soprattutto per nulla aperto come quello, formato peraltro da due uomini ed una donna, mentre qui ad essere in maggioranza sono le donne. Gli amanti di questo lavoro sono invasi da una nevrosi in continua evoluzione che mal si accosta al placido e tacito accordarsi di Jules e Jim nei confronti della donna da entrambi amata. E' però un film abbastanza verboso e, nelle quasi due ore della versione originale, decisamente prolisso, cosa strana per il regista francese; il cognome (Lachenay) del protagonista è un omaggio ad un amico d'infanzia di Truffaut. Anche il finale è abbastanza atipico per lui, trascinando nella tragedia una storia sentimentale fino a quel momento senza particolari implicazioni 'nere': ancora un racconto di amore e morte, seppure in percentuali sproporzionate. Giustamente, non è ricordato fra i titoli fondamentali del regista, anche se il tocco personale si avverte (ad esempio nel simpatizzare per la moglie tradita, preferendo ancora una volta le donne agli uomini).
Il direttore di una rivista letteraria ha una relazione extraconiugale con una giovane hostess. Finchè rappresenta una novità ed uno svago, tutto va bene; ma appena fra i due adulteri il rapporto si stringe, è evidente che non può funzionare. La moglie, nel frattempo, ha scoperto tutto e decide di vendicarsi nel modo più diretto e cruento.
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