Regia di John Adams, Zelda Adams, Toby Poser vedi scheda film
Nuovo lavoro della famiglia Adams- Poser, i quali fanno tutto da loro, dalla regia, alla sceneggiatura, alla musica goth metal, all'utilizzo dei doni per le riprese aeree, alla bella fotografia in esterni della natura, agli effetti speciali in grandissima parte digitali, alla produzione, si pensa anche al catering. Oltre ad essere le attrici protagoniste, come sempre. Il tutto nell'ambito di una estetica e prolissità narrativa da cinema "indie" che lo connota da ogni pixel di ogni singola immagine. Ciononostante, l'invenzione visiva e grafica è superiore che in gran parte degli altri horror indipendenti americani dello stesso anno, nulla è lasciato a caso o non è stato a lungo accuratamente costruito, studiato, basta vedere la composizione geometrica e di illuminazione colorata dei volti avvolti spesso dalla sola oscurità, delle due streghe madre e figlia, protagoniste. Gli effetti digitali lisergici sono molto ben ideati e disegnati, seppure la immaterialità e visibile irrealta degli effetti in CGI, vadano contro all'atmosfera che vorrebbe costruire un film volutamente anche citazionistico e con le radici nel "retrò 80's" come questo; e degli effetti materiali, ottici e di trucco prostatico, avrebbero quindi certamente giovato.
Altro "marchio registico- autoriale" degli Adams- Poser, la storia è tutta "al femminile", compresi i disadattamenti e il rapporto contrastato con la madre grande maestra delle stregoneria di tradizione famigliare nei secoli, della giovane figlia, potentissima strega in maturazione. La quale però non riesce a gestire i suoi istinti malvagi dovuti a frustrazioni e delusioni adolescenziali, anche a causa dell'isolamento in cui è costretta a crescere per via dei suoi pericolosi poteri e saperi, da tenere segreti. Tutto questo allineamento "al femminile" e ai suoi disagi, potrebbe risultare ostico e di difficile se non nullo interesse, da parte di alcuni(molti) spettatori meno allineati. In linea con i tempi forse, le abitudini alimentari di madre e figlia, che possono mangiare per intolleranze fisiche date dalla loro natura sovrumana al cibo e alle bevande normali, soprattutto strani insetti dai grandi poteri allucinogeni e "nutritivi", oltre che schifosissime bacche e tuberi che sembrano dita mozzate e sanguinolente, arrivando dulcis in fondo, alle "grandi mangiatrici della morte". Ovvero una bella e di pregevole porcellana, ciotola di larve sarcofaghe, le famose "maggots" di soprattutto argentiana come fulciana -ma anche "aptediana"- memoria, da sgranocchiare una ad una come fossero dei Fonzies.
Finale suggestivo nelle visioni, ma inconcludente e immobile, statico, attendista e interlocutorio da cinema appunto per definizione"indie"(i fighettisti alla moda anglofila utilizzerebbero qui l'orripilante e ridicolo termine "mumble core"),e come quasi tutto ciò che lo ha preceduto. Belle e di pregevole fattura fotografica le scene con le luci colorate natalizie dei negozi nella "main street" nella cittadina, durante la sequenza della restituzione nel pacchetto del bikini prestato per la piscina, all'amica che la aveva allontanata, mai così a ragione col sennò di poi, spaventata.
John Nada
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