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Nashville

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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La recensione su Nashville

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Nashville è la capitale della musica country, la città dove si incrociano le vite di diversi personaggi, tutti legati dall'occasione di un festival musicale country che coincide con una campagna presidenziale. Ogni personaggio ci fornisce una chiave di lettura differente su un'America disorientata e bisognosa di nuove certezze dopo il disastro del Vietnam e lo scandalo Watergate che obbligò a dimettersi il presidente Nixon. Nella brillante sceneggiatura di Joan Tewkesbury si fondono armoniosamente i diversi segmenti narrativi, non essendoci una vera e propria trama, che si sposano alla perfezione con l'approccio corale e virtuosistico della regia di Altman. Film sociologico accuratissimo e istruttivo anche per gli spettatori di future generazioni, film musicale insolito e decisamente originale, penetrante galleria di caratteri tragici o bizzarri, potente ed enorme affresco metaforico dell'America anni'70 : certamente un capolavoro e uno dei film fondamentali del cinema moderno. Altman riuscirà a tornare a questi altissimi livelli solo nel successivo "America oggi" del 1992, film ancor più tragico e sconsolato. Fra gli attori, molti dei quali sono stati spinti a creare in autonomia i propri personaggi e le canzoni, bisogna assolutamente menzionare il viscido rappresentante della campagna presidenziale Michael Murphy, il cerimonioso e ambizioso patriarca Haven Hamilton/Henry Gibson, la fragile e mentalmente esausta regina della musica country Ronee Blakely, il cantante donnaiolo Keith Carradine, l'aspirante cantante divenuta spogliarellista Gwen Welles, la moglie adultera ma madre perfetta Lily Tomlin e la insopportabile reporter della BBC Geraldine Chaplin. Ricco di notazioni ironiche e graffianti, contrappuntato continuamente dalla musica e dalle canzoni che svolgono un importante ruolo narrativo, è un film di una ricchezza incredibile, innovatore e rivoluzionario come pochi altri nella storia del cinema. L'Academy lo ricompensò con un misero Oscar alla canzone I'm easy di Keith Carradine, e ancora una volta fece cilecca. Da vedere necessariamente in originale con sottotitoli (non esiste un doppiaggio).

 

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