Regia di Takahide Hori vedi scheda film
TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL 2021 - FUORI CONCORSO
Il mondo del futuro troverà a non potersi più riprodurre, in quanto gli esperimenti inerenti la genetica volti ad assicurare cicli di vita sempre più lunghi, hanno provocato negli esseri umani la pressoché totale sterilità.
Qualcosa tuttavia fa supporre che nelle strutture più basse di una società costituita per livelli, non solo di casta, ma anche fisici, in cui gran parte del bassofondo, sprofondato in un buio perenne e abitato da cloni che col tempo si sono ibridati tra loro, permettendo di rendere palese che per loro la sterilità non è un problema, pullula di vita, se di vita si può parlare in quei veri e propri gironi infernali che ne caratterizzano la struttura ed il tetro aspetto paesaggistico.
Pertanto una sonda con all'interno un robottino viene inviata in quei squallidi sotterranei per ottenere informazioni.
Sballottato tra mostri bonari ed altri ben più letali, il piccolo robottino di nome Parton, ne vivrà di tutti i colori tra corridoi che terminano in precipizi, e nascondigli che accolgono presenze pericolose ed affamate di esseri viventi, quasi tutti carnivori e succubi di una inesorabile catena alimentare a cui sono costretti a sottomettersi, dandosi la caccia tra freddi e disadorni corridoi labirintici, scale interminabili e detriti di ogni specie.
Nato nel 2013 come un cortometraggio in stopmotion, Junk Head è stato con gli anni completato sino a raggiungere i limiti temporali di un lungometraggio, e l'autore, geniale ed unico responsabile del progetto, ovvero l'eccentrico e fantasioso Takahide Hori, intenderebbe proseguirne il racconto senza necessariamente dare spazio a sequel, ma semplicemente continuando a proseguirne la narrazione.
Fino a questo momento, in effetti ci troviamo di fronte ad un progetto bizzarro, ma altamente suggestivo, in cui la destrezza di regia e di ripresa si coniuga con una tecnica di animazione che risulta completamente convincente, a metà strada tra l'incubo in stile lynchano che non riusciamo a toglierci di testa e la bizzarria divertente, ma semiseria, che si prende gioco dei leciti timori ed inquietanti incognite che ci separano da un futuro colmo di punti interrogativi e di foschi presagi.
Con personaggi bruttissimi, goffi, sgradevoli anche quando casualmente simpatici, spesso armati di denti aguzzi anche se apparentemente in tenera età, e comunicanti tra di loro con un linguaggio gutturale e strascicato che pare un idioma di fantasia tutto versi e rumori simili a rutti, pernacchie e/o gargarismi.
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