Regia di Lorenzo Bianchini vedi scheda film
TFF 39 - LE STANZE DI ROL
La solitudine, l'indigenza, il desiderio di scomparire creandosi un rifugio ove aspettare la fine.
Il vecchio Pietro vive da solo in un grande appartamento nel centro di Trieste, che non può più mantenere, al punto che un ordinanza di sfratto gli lascia tempo entro fine mese per lasciar libero il locale per far procedere il tribunale alla vendita in asta. Impossibilitato a trovare una soluzione in cui trasferirsi, ma anche affezionato a quel grande appartamento ove restano gioie e dolori di una vita, disperato, Pietro approfitta di un angolo cieco del lungo corridoio per costruirsi un antro nascosto ove rifugiarsi.
Quando la casa viene aggiudicata ad una madre istriana con una bimba cieca a carico, l'uomo, da tempo rifugiatosi in quel luogo segreto, inizierà a spiare la vita della bimba, che saprà accettarlo come una sorta di fantasma-custode, presenza benevola e quasi rassicurante nei lunghi momenti di solitudine della piccola.
Se da un lato per Pietro la circostanza gli consente di tornare ad interagire con l'esterno, dall'altro questo nuovo flebile ma anche affidabile legale gli riporta alla mente la tragedia che si cela dentro la sua deliberata solitudine e la sua scelta di una premeditata sopravvivenza fuori dal mucchio.
Il ritorno molto atteso del regista di Custode beastiae e Radice quadrata di tre, alias Lorenzo Bianchini, nonché regista di punta tra gli indipendenti di genere, si fa forte, per la prima volta, di una produzione di spicco (MYmovies più Tucker film, addirittura!), e dà vita ad un film insolito, introspettivo e dai risvolti delicati, che non per questo rinnegano situazioni di tensione o la costruzione di momenti in cui l'angoscia del protagonista si trasferisce per buona parte nello spettatore, suo complice e testimone parzialmente informato dei fatti.
Accompagnato da efficaci e pertinenti musiche con cori femminili che ricordano l'esperienza argentiana, L'angelo dei muri si fa forza, oltre che sulla affascinante e tetra location prescelta come teatro degli inquietanti avvenimenti, anche sulla presenza severa e di carattere del bravo attore francese Pierre Richard, qui in una insolita veste drammatica e cupa la cui genesi ci verrà spiegata nel drammatico epilogo.
Un gradito ritorno quello di Bianchini, che resta nel genere, ma lo affina e completa destreggiandosi con inedita finezza tra le sfumature psicologiche di una persona tormentata da situazioni e ricordi di fatto insostenibili e degeneranti che, almeno in parte, giustificano l'apatia esistenziale del nostro vecchio Pietro.
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