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The Strings

Regia di Ryan Glover vedi scheda film

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La recensione su The Strings

di alan smithee
6 stelle

locandina

The Strings (2020): locandina

TFF 39 - LE STANZE DI ROL

 Catherine è una musicista di talento, ma ancora poco nota come solista dopo che la sua band si è sciolta e lei, autrice del gruppo, non ha ancora definito una base di partenza per potersi fare strada da sola come autrice e cantante. Incalzata dalla sua produttrice, la giovane decide di rifugiarsi in un luogo solitario e sperduto, utilizzando la casa isolata di una parente, come luogo ove riordinare i propri pensieri e creare nuovi stimoli e nuovi spunti per il suo prossimo disco.

Sola in un'ambiente affascinante quanto ostile, la giovane finisce vittima di una fosca vicenda riguardante un episodio violento che ha avuto luogo presso un'altra casa solitaria poco distante dalla sua.

Teagan Johnston

The Strings (2020): Teagan Johnston

Teagan Johnston

The Strings (2020): Teagan Johnston

Ecco allora che la vita isolata di Catherine ad essere, di un verrà in qualche modo a confrontarsi con quella malvagità che ha reso possibile il perpetrarsi di episodi di violenza e maledizione, diventando per la ragazza impossibile discernere la realtà dall'incubo, e divenendo schiava e succube di allucinazioni sempre più inquietanti.

Ecco allora che se da un lato lo stato emotivo procurerà nuovo materiale artistico, e una apparente nuova relazione sentimentale foriera di genuine emozioni, dall'altro per la donna sarà impossibile riuscire a capire il modo di distinguere l'incubo dalla realtà, succube come si troverà ad essere, di un abisso emotivo senza più controllo.

Opera prima del canadese Ryan Glover, The strings ha dalla sua la forza di rifuggire luoghi comuni abusati come l'utilizzo di una protagonista attraente e piena di cliché.

scena

The Strings (2020): scena

Teagan Johnston

The Strings (2020): Teagan Johnston

La protagonista è una vera cantautrice che non fa dell'estetica fisica il suo punto di forza e, man mano che il suo personaggio si disegna, riesce a scaturirne una personalità complessa ed anticonvenzionale che non è facile riscontrare in prodotti di genere, più avvezzi alla vicenda di fondo, che ad uno studio introspettivo così accurato ed inquietante.

Ne deriva un horror insolito che non cerca mai vezzi per rendersi stuzzicante, diretto a sondare il percorso di ricerca di un proprio stile di rappresentazione artistica che sfocia nel dramma di una solitudine sofferta e senza via d'uscita che non sia diretta verso le più estreme conseguenze.

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