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Tapirulàn

Regia di Claudia Gerini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tapirulàn

di fratellicapone
7 stelle

L’incipit del film è una breve e silenziosa panoramica su un letto sfatto, un piccolo acquario con due pesci rossi e alcuni libri poi, si sente una voce digitale che informa sui risultati dell’allenamento e, finalmente, si inquadra una donna che corre su un tapiroulant. Siamo in un attico luminosissimo e lei è Emma (Claudia Gerini) che corre instancabilmente e con grande energia. Emma è una psicologa che collabora con un’agenzia di assistenza a persone con disagio mentale. Riceve telefonate in continuazione e lei risponde, mentre corre, ad una varia umanità dolente. E’ un campionario di sofferenze psicologiche che chiede aiuto, i più sono persone giovani. Il rating di Emma sta calando vistosamente e il supervisore le dice che la gente non sopporta che faccia la conversazione mentre corre. Sono tutti interventi brevi, una forma di psicologia in pillole, e lei riesce subito ad entrare in contatto con chi chiama e a inquadrare il problema e a dare consigli. Continua instancabilmente a correre a ritmo sostenuto mentre continuano ad arrivare telefonate a cui rispone altrettanto instancabilmente. Emma non esce mai di casa, fa tutto per telefono e per il sesso ogni tanto fa venire a casa un suo amico con il quale non c’è una storia ma solo questi incontri sessuali, quasi come fossero anch’essi una forma di allenamento.

Si capisce che questa donna, che da consigli con sicurezza agli altri, ha gravi problemi irrisolti dai quali deriva questa vita solitaria, senza rapporti reali, in questa comfort zone isolata dal mondo in cui si è rinserrata.

Arriva una teefonata dalla sorella con la quale non ha rapporti da molti anni. La sorella la informa he il padre è moribondo e ha bisogno di un trapianto di midollo e le chiede di sottoporsi a un controllo di compatibilità. La telefonata porta lo sconvolgimento psicologico di Emma con segni di ansia grave.

Il padre è stata la causa del suo allontanamento perché quando era minorenne aveva abusato di lei e Emma appena maggiorenne andò via da casa senza dare più notizie di se.

Il film volge all’epilogo, Emma ritrova l’affetto della sorella, vede il padre a cui dice tutto il suo disprezzo, esce di casa, il tapiroulant è fermo e lei corre nel parco.

E’ un film che ho visto volentieri e mi ha stupito la bravura di Claudia Gerini che, di fatto, è l’unico personaggio reale del film. Brava a rendere il passaggio dalla sicurezza nel dare consigli professionali e subito questa insicurezza si incrina, anche visivamente, quando un paziente più intelligente mette in dubbio quello che dice oppure quando il suo passato, tombato in qualche parte della mente, risorge con lacerante dolore come se il tempo non fosse passato.

Un buon esordio da regista della Gerini e un’interpretazione convincente ed emotivamente convolgente.

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