Regia di François Truffaut vedi scheda film
Un "Canto di libertà e anticonformismo"? Io la vedo come una tragica parabola, con un finale necessario e inevitabile. La situazione che si crea tra i tre è di quelle che non possono durare o portare alcunché di buono, per non parlare poi di alcuni uomini esterni al trio, che complicano ulteriormente la situazione. Il cuore del problema è... il cuore della donna, che vorrebbe amare ed essere amata da più uomini allo stesso momento. Il suo passare continuamente da l'uno all'altro è forse il suo inutile tentativo di averli tutti assieme, o di essere perfettamente felice in ogni istante seguendo ogni minimo impulso verso l'uno o verso l'altro. Sarà proprio lei a riconoscere l'irragiungibilità del traguardo. Tra questi ve n'è uno che ha solamente usato per "punire" Jules per uno sgarbo.
Da parte loro, i due uomini sono perdutamente innamorati di lei, al punto da subire i suoi tradimenti con una punta di stizza e molta rassegnazione e sottomissione, senza che i loro sentimenti ne vengano intaccati. Dall'assoluta dedizione di Jules all'amore vagabondo di Kathrin, possiamo parlare di tre persone in preda a passioni che non vogliono controllare, mentre queste controllano le loro vite al di là di ogni buon senso.
Truffaut conduce bene tutta la lunga e complessa vicenda, e vi aggiunge una voce narrante che pronuncia frasi spesso complesse e a volte enigmatiche. Tuttavia lo sono in modo quasi simpatico e non supponente. Rilevo anche la bella canzone cantata ad un certo punto da Jeanne Moreau. Non manca anche qualche libertà tecnica tipica della nouvelle vague, come il fermo immagine nel bel mezzo di un dialogo. Sono però appunto delle semplici libertà, che mi risultano gradevoli. Non sono la volontà di distruggere polemicamente lo stile tradizionale come in altri esponenti della nouvelle vague. Secondo me non è tra i migliori film di Truffaut, ma è comunque bello, verosimile e onesto.
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