Regia di François Truffaut vedi scheda film
Capolavoro indiscusso della Storia del Cinema, “Jules et Jim” è anche una delle migliori opere di Truffaut. Tratto dal romanzo (inferiore al film) di Henri-Pierre Roché, narra la relazione vissuta da tre personaggi lungo un arco di tempo che va dagli anni ’20 agli anni ’30. Jules (tedesco) e Jim (francese) sono amici, nel senso che si vogliono veramente bene. Insieme fanno tutto: sport, letture, dialogo, ricerca della cultura e della verità, tempo libero. Sono entrambi di buona famiglia, amano la vita, l’arte, le donne. Tempo libero ne hanno tanto. Incontrano Catherine (Jeanne Moreau, nel ruolo chiave della sua carriera) e, chi prima chi poi, se ne innamorano entrambi. La loro vicenda sarà difficile, bella e amara, con un finale molto triste. La loro amicizia sarà stata comunque e sempre superiore alla loro relazione con Catherine. Tutto è perfetto in questo film, dalla fotografia ai dialoghi, passando per le musiche di Georges Delerue, l’interpretazione, il montaggio e, ovviamente, la regia. A colpire in primo luogo è la velocità del montaggio e della narrazione. Fin dai primi secondi, si è presi in un “Tourbillon”, un vortice, che non molla lo spettatore fino al folle sequenza che chiude il film. “Le tourbillon” è infatti il titolo della canzone cantata da Cyrus Bassiak in uno dei momenti più felici della pellicola e riscosse uno straordinario successo nella Francia di allora. Nella fondamentale biografia di François Truffaut, scritta da Antoine de Baecque e Serge Toubiana (ed. Gallimard, 1996), è lo stesso Truffaut a descrivere l’incredibile atmosfera di complicità e affetto venutasi a creare nella troupe durante le riprese. La si avverte in più di una scena. Jeanne Moreau fu, nella vita reale, una grande e fedele amica di Truffaut, una delle rare con cui il Nostro non ebbe una relazione amorosa, ma anche l’unica a restargli accanto nei momenti drammatici della depressione che colpì il regista alla fine della sua storia d’amore con Catherine Deneuve. Torniamo al film. Le scene che oggi si definiscono “cult” non si contano: la corsa dei tre sul ponte, il tuffo della Moreau, il vestito che prende fuoco, Oskar Werner che canta “La Marsigliese”, le carrellate sulle passeggiate in bicicletta, le scene nello chalet, “Le Torbillon”… Non riuscirei mai a citarle tutte. Alla sua uscita, nel 1962, “Jules et Jim” fece scandalo. Guai a parlare di una “relazione a tre” prima del ’68! Acqua passata, per fortuna. Nelle opinioni che hanno preceduto la mia, è ricorrente la critica verso l’eccessiva presenza della voce fuori campo. Posso capirlo per quel che riguarda la versione italiana. Nella versione originale, la voce è quella dello stesso Truffaut e sembra cullare con orgoglio la sua creatura. Uno dei dieci film più belli della mia vita!
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