Regia di Marta Savina vedi scheda film
Nel 1965 Lia Crimi (Gusmano), una ragazza siciliana, venne rapita e segregata per giorni dal giovane Lorenzo (Aita), appartenente all'influente (leggi: mafiosa) famiglia dei Musicò, con il beneplacito del pessimo parroco locale (Pierobon). La ragazza portò la vicenda in tribunale nel più classico dei casi in cui Davide sfida Golia. A lei si deve la sepoltura di quella legge barbara legata alle cosiddette fuitine, per cui - per salvare l'onore - le donne erano costrette a sposare i loro stupratori. L'Italia impiegò più di tre lustri per approvare la legge, che arrivò solo nel 1981.
Degnissima quanto coraggiosa (anche perché parlata in siciliano strettissimo) opera prima di Marta Savina che, a partire da un suo corto precedente e con un budget limitato (visibile soprattutto nelle scelte di casting), riesce a ricostruire la vicenda seminale del rifiuto da parte di Franca Viola (questo il vero nome della nostra eroina) del matrimonio riparatore di senza contaminarla con semplificazioni sociologiche né con un sentimentalismo a buon mercato.
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