Regia di Michael Curtiz vedi scheda film
Ad esclusione delle sequenze incentrate sulle acrobazie aeree (voli radenti e rovesciati, picchiate, formazioni compatte, ecc.) - di cui apprezziamo perizia e sincronismi degli aviatori, nonché la spettacolarità in sé delle manovre unitamente a quella delle riprese - il film si riduce ad una scontata parata semi-celebrativa dell'aeronautica e ad un istruttivo (ma monotono, per non dire palloso) resoconto semi-storiografico dell'evoluzione e della scoperta di alcuni stratagemmi, mezzi e strumenti a tutela della salute dei piloti che volano ad alta quota. Si enfatizza parecchio - c'era da aspettarselo - lo spirito di sacrificio per la buona causa, il fascino marziale della disciplina di volo e quello delle immacolate (e perfettamente inamidate) divise della marina (cui Flynn presta un volto idoneo ad un manifesto reclutatore), indulgendo per giunta sugli immancabili risvolti squallidamente retorici. Nulla possono i subplot relazionali su amicizia ed amori contrastati. Al di là di questo Curtiz non dà, assopendosi bellamente negli interni e scuotendosi solo all'aria aperta. Oltre al legame che univa i tre eroi (fortunatamente riposto in sottofondo, cosicché la cosa mantiene ancora un suo seppur minimale pathos), si salvano solo le figure acrobatiche. Degli aerei si intende. Edificante solo per alcuni cadetti d'accademia militare.
Un volto lucido e sbarbato, simpaticato e burbero come si conviene per il ruolo. Eroico quanto basta (sia per la parte, sia per averla accettata e recitata).
Un pò rammollito il simpatico guascone. Un ruolo insulso per la sua gagliardia, vitalità e prestanza.
Solo l'aria fresca lo stimola nelle riprese (frutto peraltro di mani altrui). Per il resto si appoggia alla cinepresa e sonnecchia (e noi con lui).
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