Regia di Lo Wei vedi scheda film
Shangai, inizi del secolo scorso. La repentina morte del maestro di arti marziali Huo Yuanjia provoca il desiderio di vendetta di un suo allievo, il dotato Chen. La sua furia scatenerà un turbine di violenza senza controllo.
Sono molto legato a questo film, che fu il primo con protagonista Bruce Lee che ebbi l’occasione di vedere da ragazzo. Rivederlo dopo parecchi anni ha contribuito a riaccendere il ricordo ed a mutarne l’angolazione di giudizio. Tipico prodotto degli anni 70, la pellicola si caratterizza per uno stile enfatico e melodrammatico, con la classica (ma non ancora usurata) storia della rivalità tra cinesi e giapponesi, questi ultimi lanciati, nel periodo in cui è ambientata la storia, verso una sempre più crescente egemonia politica ed economica dell’area asiatica. In questo ambito si inserisce un personaggio innovativo (Bruce Lee), eccezionale per prestanza fisica e scenica, che varia la prospettiva dell’eroe marziale fino ad allora dominante: la sua rabbia (quasi) iconoclasta traspare dalla sua recitazione a livello fisico, a tratti anche con troppa affettazione ed enfasi, ma funzionale all’idea di cupa violenza che trasmette l’agire del suo personaggio. Azioni che lo trasformarono in un’icona del crescente nazionalismo cinese, seppur blandamente presente in una trama prevalentemente action. Un capitolo a parte meritano i godibilissimi ed accurati combattimenti, tutti ben coreografati e trasudanti una durezza figlia del periodo di riferimento, gli anni 70, con sommovimenti palesi anche in un genere considerato di svago. Un piacevole ritorno al passato.
Rancorosa.
Formale.
Esagitato.
Fedele.
Baffuto.
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