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Era ora

Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film

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La recensione su Era ora

di mm40
4 stelle

A quarant'anni il tempo comincia a volare. Letteralmente, per Dante, che il giorno dopo il suo quarantesimo compleanno si risveglia ed è il giorno del suo quarantunesimo compleanno. Lo sbalordimento è forte, ma questo è solo l'inizio: l'indomani Dante festeggerà i 42 anni, e così via di giorno in giorno, di anno in anno...


Variazione sul tema del 'giorno della marmotta' (Ricomincio da capo, Harold Ramis, 1993 – mirabilmente traslato sugli schermi italiani dieci anni esatti dopo da Giulio Manfredonia, con titolo È già ieri), questo Era ora mette un uomo qualunque alle prese con la crisi di mezza età più frenetica e didascalica possibile: quella che deve affrontare Dante una volta che, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, chiede come regalo quello di “avere più tempo”. In realtà, a ben guardare, il nostro eroe ne avrà sempre meno: perché ogni giorno che passa egli si ritroverà nel giorno del suo compleanno successivo, dovendosi ogni volta riabituare ai cambiamenti intercorsi nella sua vita negli ultimi 365 giorni. Le fidanzate cambiano – e si alternano le due relazioni di Dante, quelle con Francesca e con Alice – e nasce una bambina, che il protagonista non vede crescere ma... già cresciuta, di anno in anno; i genitori e gli amici invecchiano di pari passo e il lavoro continua ad assorbire Dante sempre allo stesso modo. In tutto questo, inspiegabilmente, mentre il pubblico capisce il trucchetto dopo cinque minuti, la sceneggiatura di Renato Sannio e del regista Alessandro Aronadio prevede che il protagonista Edoardo Leo continui a rimanere esterrefatto ogni volta e a non sapersi spiegare ciò che sta accadendo. Bravo comunque Leo in un personaggio evidentemente difettoso, così come non si discutono le interpretazioni di Barbara Ronchi e Francesca Cavallin nelle parti delle due fidanzate che di volta in volta cedono incomprensibilmente al fascino di un uomo che nel giorno del suo compleanno di botto non si ricorda più una mazza dell'ultimo anno passato insieme – e gli perdonano tutto, puntualmente, senza nemmeno proporgli una visita neurologica; in ruoli laterali compaiono inoltre Raz Degan, Massimo Wertmuller e Andrea Purgatori. Aronadio aveva in passato diretto commedie brillanti e dai contenuti intelligenti (Due vite per caso, 2010; Io c'è, 2018), ma questa volta pare aver fatto un buco nell'acqua. 4/10.

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