Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Leo è un regista che ha passato la sessantina e non ha più nulla da dire al cinema, o almeno così lui crede. Ha appena girato un film su Casanova e l'ha affidato a Gianni, il montatore, disinteressandosene. Potrebbe essere la sua ultima opera anche perché Leo vive male la competizione con un giovane regista, Lorenzo, non ha un buon rapporto con la tecnologia odierna e, per di più, si è impelagato in una relazione fin troppo seria con una donna di oltre trent'anni più giovane di lui.
Sì: Il ritorno di Casanova è un buonissimo film preso di per sé, cioè indipendentemente dai mille fellinismi più o meno scoperti che ne costellano il firmamento, dal personaggio di Casanova all'avere per protagonista un regista in crisi, dall'ossessione creativa (anche in termini sessuali, preocreativa) all'uso 'narrativo' del bianco e nero. Ma la domanda è inevitabilmente la seguente: davvero questo film può essere preso indipendentemente dalla sua fin troppo scoperta e fin troppo nutrita componente di omaggio al Maestro riminese? Gabriele Salvatores la sa lunga, d'altronde, e la sua esperienza nel cinema è tanto vasta da potersi permettere citazioni e ammiccamenti pur conferendo le proprie idee e il proprio tocco alla sua opera; qui firma anche la sceneggiatura insieme a Umberto Contarello e Sara Mosetti, prendendo vagamente spunto dal racconto omonimo di Arthur Schnitzler. A contribuire al funzionamento della pellicola intervengono poi le validissime scelte di casting che vedono alternarsi sullo schermo, tra gli altri, Toni Servillo, Antonio Catania, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Fabrizio Bentivogli, Alessandro Besentini e Francesco Villa (Ale e Franz, seppure in due ruoli distanti e di differente entità), Walter Leonardi ed Elio De Capitani. Il ritorno di Casanova è tutto sommato un film autoriale, intellettuale se si vuole, che giunge sui grandi schermi nostrani ampiamente fuori tempo massimo: e anche per questo va apprezzato il lavoro e il coraggio di Salvatores e di chi si è occupato della produzione (Indiana Production, ma c'è anche il contributo della Rai). 7/10.
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