Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Un polpettone sulla vecchiaia noioso ma di qualità
Il film è di una noia terribile ma i concetti trattati suscitano qualche interesse, non tanto per il tema centrale della vecchiaia in se, ….come si sostiene un po’ generalmente “ è bello invecchiare ma è brutto essere vecchi ”.., ma soprattutto il dramma subito dall’artista di successo, in particolare il cineasta di successo che ha vissuto della sua arte e per la sua arte per tutta una vita e ad un certo punto, in età ormai avanzata, si rende conto di non aver mai veramente sperimentato la realtà. Intrappolato in un sogno infinito, egli si accorge di non conoscere la vera vita fatta di vera gioia vera felicità e vero dolore, si rende conto di aver trascorso il suo tempo solo nella finzione delle sue opere e nella illusorietà dei suoi personaggi, non avendo ormai più tempo e/o soprattutto più senso, tentare di entrare a far parte del mondo reale.
Ma volendo dare maggiori indicazioni sul film posso dire che la trama non è ben definita, c’è questo regista dagli illustri trascorsi che appare molto svogliato nella ultimazione della sua ultima opera, un uomo che vede con timore e ansia il futuro, dove già cominciano a palesarsi i suoi possibili successori e quindi vede la sua fine, ma non quella fisica piuttosto quella artistica, sicuramente più grave, perché oltre la sua arte egli non vede più nulla, è il buio totale. La modernità quindi lo perseguita e lo travolge, come la sua abitazione ipertecnologica, che gli consente di urinare solo quando il water decide autonomamente di aprirsi !! Pertanto vorrebbe che quest’ultimo lavoro non si concludesse mai o magari che non fosse proprio l’ultimo, ma intanto ha scelto un soggetto: un vecchio Casanova giunto ormai anch’esso agli ultimo sprazzi di vitalità, che gli somiglia terribilmente, al quale egli ha voluto comunque riconoscere un’ultima chances, sperando, probabilmente di avere anche lui un’ultima possibilità, anche se poi in lui prevale la disillusione e la malinconia. Una giovane donna lo farà soffrire ma avrà il sostegno e anche il fondamentale aiuto dall’amico e collega sceneggiatore, che lo condurrà alla realizzazione del film ma anche della sua rinascita.
Probabilmente Salvatores si sente un po’ come il protagonista, infatti si parla di un film quasi autobiografico, e vedendo questo film si ha la sensazione che abbia voluto realizzarlo badando alla qualità e ai propri sentimenti e stati d’animo, fregandosene abbastanza del pubblico e della critica. Un film tutto suo, espressione del suo essere ormai artista maturo e più che affermato, girato perfettamente con una interessante uso del doppio colore: il bianco e nero per la vita reale e il colore per il film nel film su Casanova, bellissimi primi piani molto intensi, e una musica che accompagna adeguatamente il tutto. Il cast di primo livello non sbaglia un colpo, ma in ogni caso non un film di intrattenimento. Il ritmo è lentissimo e il polpettone sull’essere vecchio è davvero noiosissimo. Alla fine un film, diciamo così : “ serio” ma non proprio serioso, alla fine si alleggerisce un po’ per la presenza anche di qualche scena che va sul grottesco come quella di un duello tra Casanova e il soldato entrambi interamente e completamente nudi, scena girata su un bella e ampia radura in maniera molto esplicita, lasciando nulla all’immaginazione e fornendo uno spettacolo ridicolo e anche piuttosto sconcio. Il mio voto è 6 per il film, 8 per l’impegno.
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