Regia di Masashi Ando, Masayuki Miyaji vedi scheda film
Nessuno si aspetti che "Il re dei cervi" possa anche solo lontanamente lambire le vette liriche raggiunte da "Principessa Mononoke", però gli riconosco il pregio di aver reso la storia più lineare e comprensibile, mentre il principale difetto del capolavoro di Miyazaki era proprio l'astrusa prolissità della trama. Voto 7,5 e... FORZA ANDO!
Forse perché le mie aspettative erano basse, il film mi ha piacevolmente sorpreso. Masashi Ando pesca a piene mani nel mondo di "Principessa Mononoke", cui peraltro ha collaborato con ruolo di primo piano. Ci ritroviamo di nuovo nel Medioevo giapponese, caratterizzato da guerre continue tra regni rurali più o meno grandi e da un rapporto ambiguo e magico con la natura. Il protagonista è ovviamente un guerriero colpito dalla misteriosa malattia (come il principe Ashitaka), perennemente dibattuto tra "onore" e "amore". Accanto a lui una "regina dei lupi", che potrebbe essere la versione infantile di Mononoke, con meno rabbia e più dolcezza. Poi c'è la cacciatrice, chiaramente ispirata a "Lady Eboshi" (il che è quasi un affronto, dato che stiamo parlando della donna più affascinante dell'intera storia del cinema). Non mancano gli intrighi, gli animali magici, i riferimenti a una storia mitica.
Nessuno si aspetti che "Il re dei cervi" possa anche solo lontanamente lambire le vette liriche raggiunte dal capolavoro di Miyazaki, però gli riconosco il pregio di aver reso la storia più lineare e comprensibile, mentre il principale difetto di "Principessa Mononoke" era proprio l'astrusa prolissità della trama.
Voto 7,5 e... FORZA ANDO!
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