Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Una parabola sull'integrazione, sulla rabbia giovanile soffocata dall'odiato 'sistema', contro cui non vale la pena lottare, anzi, con il quale conviene scendere a patti. Potrebbe sembrare una specie di Vita agra girata da Tinto Brass (quello sessantottino, si capisce, mica quello porcellone che diventerà in seguito), un romanzo di con-formazione (con finale più logico e meno beffardo rispetto all'opera di Bianciardi/Lizzani) in cui scene, luci, interpreti e la stessa azione sono spesso sottomessi all'inquadratura ed al montaggio, elementi utilizzati con buona personalità dal giovane Sindoni (classe 1939, qui alla seconda regia). Silvia Dioniso e Franco Acampora sono i (giusti) interpreti, la sceneggiatura porta le firme del regista, di Giambattista Mussetto, di Romano Migliorini e di Aldo Bruno; fra gli altri interpreti troviamo Pietro Tordi, Sandro Dori, Dante Maggio ed il presentatore televisivo Silvio Noto, nei panni di sè stesso. E' un film che alterna toni drammatici e commedia, dal titolo certamente sbagliato (sembrerebbe una storiella demenziale con Alvaro Vitali capotreno e Jimmy il Fenomeno rinchiuso in un bagno, che non riesce a uscire), che dosa appena un velo di ironia e talvolta di sarcasmo in qualche scenetta riuscita (quella con Noto, nella quale un concorrente non più giovanissimo scoppia in lacrime per non saper rispondere ad una domanda di rilievo culturale minimo), ma la sostanza rimane un po' troppo sparpagliata e confusa per riuscire ad individuare una vera e propria critica - lineare, decisa - al '68. Comunque non male. 5/10.
Patrizia è giovane, bella, sveglia e soprattutto ancora vergine: il suo Benito - marxista convinto - vuole riservare il primo atto sessuale per quando la rivoluzione arriverà. Nel frattempo però è Benito stesso a doversi ricredere, moderandosi per entrare a far parte dell'odiato 'sistema': ma Patrizia non lo accetta più...
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