Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Satira delle ubbìe giovanili sulla rivoluzione, girata da Sindoni proprio nell'anno della rivoluzione (sperata o realizzata, a seconda dei punti di vista). Il titolo del film viene spiegato all'inizio, quando il divieto che riguarda i passeggeri dei treni viene preso a simbolo delle discriminazioni di classe presenti in Italia: mentre una tradotta di militari sosta per ore in una stazione, per lasciar passare i treni veloci "dei signori", i soldatini non possono nemmeno fare i propri bisogni nelle toilette; chi lo fa viene punito, mentre l'unico militare che si fa la pipì nei calzoni riceve l'encomio dal generale.
Film discontinuo ed episodico, come l'ideologia confusa di cui vuol prendersi gioco, questo di Sindoni prende quota nel momento in cui un prete pseudorivoluzionario mette sotto contratto il protagonista, cantante e cantore della rivoluzione, depotenziando il suo messaggio. Notevole, in questo contesto, la sequenza della conferenza stampa organizzata dal sacerdote per la presentazione della nuova pop star.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta