Regia di Elio Petri vedi scheda film
"Todo Modo" diretto nel 1976 da Elio Petri,
devo dire che è splendido.
La storia racconta che mentre nel paese infuria un'epidemia,
un centinaio di "notabili" del partito che da trent'anni governa
l'Italia si riunisce in un albergo convento per seguire un convegno
dove si fa un corso di esercizi spirituali condotto da un gesuita,
don Gaetano.
In realtà ai convenuti preme soltanto concordare una
nuova spartizione del potere.
Ma a un certo punto succedono degli omicidi.
Il Film prodotto da Daniele Senatore per Cinevera,
rappresenta il 10° Lungometraggio del Maestro
Elio Petri,che con la sua filmografia ha sempre
criticato il nostro paese,e questo non è da meno,
anzi è tra i più cattivi e profetici,e mette in scena
liberamente il libro omonimo di Leonardo Sciascia.
Intanto quando cominci la visione ti devi immergere
nel clima politico di allora,e oggi per un giovane,
a mio parere,è un po difficile capirlo,poi dipende
da come si prende,anche perché Petri affronta
argomenti ancora attuali come la corruzione
e l'arroganza del potere.
Comunque entri dentro quel periodo,dove c'era
un paese in crisi anche morale,e chiaramente
il regista con questo suo lavoro vuol fare un
"Processo alla DC",quello che avrebbe voluto Pasolini,
e praticamente ,ma in un modo forte e potente,dove dei
monologhi di un prete prendono piede,e lo realizza
dividendoli in capitoli dove ogni volta succede qualcosa
e si scontrano le correnti.
Insomma si respira un clima grottesco,ma anche
angosciante, perché sembra che debba succedere
qualcosa,e questo convegno diventa una trappola
per tutti,e a un certo punto cominciamo anche
degli omicidi,dove cominciano anche a indagare.
I protagonisti della vicenda sono Gian Maria Volonté,che interpreta
M., il Presidente,che si ispira alla figura di Aldo Moro,e come al
solito lascia il segno,Marcello Mastroianni,in quello di don Gaetano,
prete cattivissimo che vuole la morale di cui segue i suoi
sermoni,Mariangela Melato,in quello di Giacinta, moglie di M.,
donna che ha una stima enorme per il marito,e il bello
che quando si confessa praticamente dice che vuole
"un monumento" quando è morto,ed è precursore
di quanto accadde a Moro nel 1978 e Ciccio Ingrassia,
in quello di Voltrano,dove il comico interpreta una parte
drammatica,molto forte e colpisce per l'intensità.
Insomma Petri racconta quel clima politico che si
respirava allora,dove la corruzione dilagava,
dove c'erano fatti inspiegabili e anche di moralità,
dove ognuno di loro ha uno"Scheletro nell'armadio",
e aleggia anche la spiritualità e la religione,
per un finale che fa riflettere.
Nel Cast figurano anche:
Renato Salvatori, Cesare Gelli, Tino Scotti, Adriano
Amidei Migliano, Giancarlo Badessi, Mario Bartoli, Nino Costa
e Michel Piccoli.
Mentre nel reparto tecnico segnalerei le splendide
musiche del Maestro Morricone,che sembrano
Horror ma sono funzionali per l'atmosfera,
la fotografia claustrofobica di Luigi Kuveiller,
le splendide scenografie di Dante Ferretti
e i costumi di Franco Carretti, che rendono
una efficace messa in scena.
In conclusione un Film di ieri,
che ha i riflessi di oggi,dove da allora
non è cambiato molto per la crisi morale
dei partiti,e che Petri praticamente realizza
quel "Pasoliniano" "Processo alla DC",
che ha il sapore dell'esecuzione di una
classe dirigente arrivata a un bivio,
che lo stesso potere la strangolerà,
per come questi si mettono nelle
maggiori azionisti a posti di affari,
dove il partito deve fare i conti
con il popolo,per le decisioni prese,
insomma potente e che fa riflettere.
Il mio voto: 8.
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