Regia di Elio Petri vedi scheda film
A un passo da un compromesso storico che mai avvenne,Elio Petri trasse da un racconto di Leonardo Sciascia un inferocito film dai toni grotteschi e volutamente esagerati,con Gian Maria Volontè calato in una caricatura di Aldo Moro,quando era ancora in vita,dai toni mefitici,in un gioco al massacro che coinvolge i quadri dirigenziali di un partito al comando,che non viene chiamato per nome,ma che chiaramente è la DC invisa a molta sinistra di quell'epoca:Petri traveste da "giallo" una vicenda metaforica che a un certo punto irrompe quasi nella metafisica,ma a un certo punto la satira gli scappa di mano.Cupissimo,a tratti ingegnoso,più spesso ,soprattutto verso lo scioglimento della vicenda,incartato in troppi discorsi,"Todo modo" esprime un'equazione comparante Potere a Spietatezza,e probabilmente qui ci azzecca:probabilmente un pò datato nei contenuti,ha un finale maligno ,enigmatico e astratto.Tra gli interpreti,straordinario,è vero,Volontè nella rappresentazione sarcastica del leader democristiano purtroppo ucciso nel più grande controsenso italiano del dopoguerra,ma gli sono forse anche superiori un Mastroianni che fornisce continua tensione alla pellicola,e un Ciccio Ingrassia "scandaloso" e sadomaso.
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