Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Transessuali. Innanzitutto persone, carne e sentimenti, sogni, speranze, lacrime e amori. Roberta Torre, non nuova a tour de force cinematografici su temi scottanti (la mafia di Tano da morire e Angela), prova a raccontarle prendendo a spunto l’incontro tra un gruppo di amiche – tutte con un passato da uomo – che, ormai avanti con gli anni, si ritrovano in occasione della morte di una di loro. Tra danze e risate, si apre lo scrigno del tempo che fu, fatto di vestiti sgargianti e ricordi. Ed è su quest’ultimo punto che il film della Torre ci offre il suo lato migliore: nella rievocazione di passati difficili, di stigma sociale, delle violenze gratuite subite, della prostituzione, di una transizione di genere che le ha messe ai margini. Peccato però che la regista milanese spinga tanto sul pedale del burlesque ed esageri con l’esibizione un po’ pruriginosa dei corpi, finendo con l’elevare (o l’abbassare?) quei corpi e quelle anime a cliché, per poi perdersi nei meandri di una dimensione onirica che non si amalgama mai con le storie che stanno dietro a quelle persone. E alla fine ci si domanda se, per quanto involontariamente, abbia reso un buon servizio a Porpora, alle sue amiche e a tutto l’universo transgender.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta