Regia di Stuart Rosenberg vedi scheda film
L’acqua alla gola ce l’ha Paul Newman: se il film è appena passabile è solo grazie lui. Che si sbraccia come un esperto nuotatore per salvare la vittima in mare aperto. Molto meglio Detective’s story, l’antesignano di questo Acqua alla gola, risalente a quasi un decennio prima. Paul Newman matura bene, è sempre bello – nonché bravissimo, ma è l’unica ragione di esistenza di un gialletto con venature thrillerine convenzionale e banale, sostenuto esilmente su una trama confusa e diretto senza troppe pretese. È l’occasione per Paul Newman di dimostrare cosa vuol dire essere attori: salvare baracca e burattini anche quando l’operazione sembra disperata. C’è lui in scena? Benissimo, male che va lo si può accusare di autocitazionismo. C’è però un passaggio curioso: è quello della piscina. Ecco, qui si che ragioniamo. Ma per il resto: routine. C’è anche la signora Newman, Joanne Woodward, ma qua e là a lasciare una zampata è Anthony Franciosa.
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